Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
Un classico del cinema americano anni '80, molto crudo in alcune scene e decisamente avvincente, un autentico evergreen a cavallo tra la fantascienza ed il poliziesco
Il primo, indimenticato "Robocop" è un buon film che spazia dalla fantascienza al poliziesco più spinto (con scene di violenza decisamente "forti" anche se riviste a più di trent'anni di distanza) figlio di quel fortunato filone che nell'America reganiana degli anni '80 faceva sempre il tutto esaurito al botteghino (e generava un indotto notevole, tanto che l'omonimo videogioco divenne quasi più celebre del film) con storie semplici ma avvincenti dove il bene aveva sempre la meglio, senza troppi fronzoli o voli pindarici. Il poliziotto che, una volta ucciso da una banda di criminali, viene trasformato in cyborg e rimandato sulle strade con armi molto più potenti ed una capacità di "persuasione" di tutt'altro spessore, diventa cosi' un autentico giustiziere della notte (il film è quasi tutto girato in notturna) che ogni tanto si lascia andare a reminescenze della sua vita passata,tali da portarlo ad affrontare con maggiore determinazione quegli stessi criminali che lo avevano ucciso, ma anche a smascherare losche connivenze con i cosiddetti tutori della legge.
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