Regia di Frank Capra vedi scheda film
«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice.
Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Luca, 22, 42). Il film di Capra mi ha fatto venire alla mente questa frase ed un'altra, molto più recente, che suona più o meno così: «rivendico assolutamente il diritto al vagabondaggio, all'avventura, all'utopia e al romanticismo». La prima frase è, naturalemnte, attribuita a Gesù, la seconda a Che Guevara. All'interno di questi due estremi, se così si può dire, si svolge la parabola di John Doe, il Pinco Pallino o l'Uomo Qualunque americano. L'amaro calice gli viene presentato da un Giuda in gonnella di nome Ann (di cui s'innamora), con il sovrappiù di un'accusa di tradimento, proprio a carico di questo nuovo messia. Il diritto al vagabondaggio è rivendicato, invece, da un amico di John, un hobo come lui, il Colonnello, il quale ravviva tutto il film e lancia uno dei messaggi che stanno a cuore a Capra, con le sue invettive contro gli iloti.
Pur con qualche eccesso di ingenuità e qualche appello di troppo all'ottimismo, Arriva John Doe è un film godibile, anche se non uno dei migliori del regista italoamericano.
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