Regia di Frank Capra vedi scheda film
John Doe è la voce del singolo che diventa la voce di tutti; è il signor Pinco Pallino che è “uno, nessuno centomila” ed incarna da solo i capisaldi della democrazia, quali il principio dell’uguaglianza e l’idea del rappresentante eletto dal popolo. Allo stesso tempo è, suo malgrado, il personaggio mediatico in cui si incrociano, ed entrano in conflitto, i vari usi strumentali dei mezzi di comunicazione di massa, ossia lo sfruttamento a scopo di lucro (la natura commerciale dell’editoria giornalistica), per fini politici (lo stratagemma elettorale di D. B. Norton) e per obiettivi di realizzazione personale (la “vendetta” della cronista licenziata). Questo film è la tragicommedia della verità e dell’inganno, dove la prima è dramma di disgrazia e passione, mentre il secondo è clamore, sensazione, ebbrezza di potere e di successo. In un’epoca pretelevisiva, il film di Frank Capra anticipa il fenomeno - che attualmente è dilagato oltremisura - dell’immagine come valore in sé, capace di sedurre le menti e mettere in ombra la realtà. E intanto ci pone l’interrogativo, inquietante ed insoluto, se la libertà di stampa sia un ideale davvero realizzabile.
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