Regia di Rowan Joffe vedi scheda film
Una donna si risveglia ogni mattina quasi in trance, stordita e insicura: ogni volta deve ricominciare daccapo a scoprire chi ella sia, chi siano coloro che la circondano, perché non ricordi più nulla di sé: sono i postumi irreversibili di un incidente molto grave ove la donna, bella quarantenne algida e dai tratti signorili (ma con una tinta di capelli assurda da Geppetto che le foto qui sotto non riescono a rendere come nel film!!!), ne rimase viva per miracolo: questo è quello che le viene riferito, pazientemente ogni giorno, ma per lei ogni volta per la prima volta, dal suo amorevole e distinto compagno, che la rassicura con la sua presenza forte, fin troppo forte ed opprimente.
Perché infatti l'uomo nasconde qualcosa di torbido e la vita della donna non è solo quella che ella ha trascorso con quest'ultimo.
Tralasciando il fatto che il film scopiazza qua e là da altri capisaldi di ben altro spessore (da Memento di Nolan su tutti ed in maniera vergognosa), la vicenda si dipana senza sorprese clamorose se non quelle che puntualmente e con una prevedibilità quasi televisiva la sceneggiatura semina senza criterio qua e là.
Probabilmente è destino, ma la coppia, formalmente attraente e perfetta sulla carta, molto meno nei risultati, costituita da Colin Firth e Nicole Kidman, dopo lo scempio de Le due vie del destino, crolla anche in questo insulso prevedibile thriller, che, se possibile, peggiora ulteriormente in un finale strappalacrime in ospedale tra figli ritrovati e mariti separati ma ancora amorevoli: una cosa a dir poco agghiacciante.
Rowan Joffe, figlio di quel Roland che ha saputo fare qualcosa di buono nella sua discontinua carriera di regista (a volte anche acclamato), spreca ogni occasione per aggiungere almeno qualche tocco di lucida follia o qualche situazione forte, magari anche assurda, che avrebbe potuto dare un po' di pepe ad una vicenda invece sciatta e povera di ogni attrazione.
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