Regia di Fred Cavayé vedi scheda film
Se c'è un genere in cui i film francesi non mi deludono mai, sono i "polar", un po' la loro versione, più raffinata, dei nostri "poliziotteschi" degli anni settanta. I registi francesi che vi si cimentano, non sbagliano praticamente mai un colpo. Cavayé, poi, sceglie i volti perfetti del grande Vincent Lindon e del bravo Gilles Lellouche, scavati il giusto, facce da pugni e disperazione in ogni ruga, e aggiunge una presenza femminile importante, nella bellissima attrice libanese Nadine Labaki, già protagonista di "Caramel". Insomma, per fare dei buoni polar ci vogliono buone facce, un po' come per fare i buoni western, di cui, in fondo, sono una versione moderna e virata di notte e pioggia. "Mea Culpa" è un film portentoso, di una forza spaventosa, con una storia di tradimenti, redenzioni e amicizie virili, tutto piuttosto tipico, che non concede un attimo di tregua, e ha, nel suo svolgersi, almeno due sequenze memorabili, specialmente quella finale, sul treno. C'è azione, certo, ma mai superficiale o tanto al chilo, proprio per la bravura dei protagonisti, e dello sceneggiatore, nel dare parecchio spessore ai loro personaggi. C'è, come sempre, una sottile patina di malinconia e di sconfitta che aleggia per tutta la durata del film, che davvero fila spedito e sicuro fino allo splendido finale. Il regista, nella sua bravura, è capace di "scomparire" nelle scene più importanti, e questo è un punto importante a suo favore, rispetto all'egocentrismo di altri colleghi molto più quotati. Niente, nessun punto debole: purissimo Cinema. Da recuperare assolutamente.
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