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Lone Survivor

Regia di Peter Berg vedi scheda film

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La recensione su Lone Survivor

di supadany
7 stelle

Lasciati da parte scenari semplicemente baracconi (“Battleship”, 2012), Peter Berg torna a proporre un film che racconta qualcosa di più, ovvero una storia forte, che narra una vicenda realmente accaduta, ancora una volta profondamente americana.

Grandissimo lavoro tecnico, come action movie è anche travolgente, ma è impossibile, almeno per chi ha un’altra sensibilità, non aggiungere altri addendi alla sommatoria.

Quattro Seal sono coinvolti in una missione “mordi e fuggi” in Afghanistan per uccidere un leader talebano in un piccolo paesino sperduto.

Per un caso fortuito vengono precocemente scoperti e dovranno vedersela, da soli, contro un vero e proprio esercito.

Solo Marcus Luttrell (Mark Wahlberg), riuscirà a salvarsi.

 

Taylor Kitsch, Mark Wahlberg

Lone Survivor (2013): Taylor Kitsch, Mark Wahlberg

 

No, non è uno spoiler dire chi si salverà e purtroppo è una sorta di palla al piede per il film che peraltro parla chiaro fin dal titolo originale (riportato fedelmente, per una volta) e, per chi magari prima di vederlo si è fatto gli affari suoi, ci pensa un precoce flash forward a togliere qualsivoglia incognita.

Questo comunque è un aspetto che rimane fedele a ciò che ha permesso al film di essere realizzato, prima di tutto si tratta di ricordare un fatto ed ancora prima le figure che l’hanno vissuto, “protette” dal sopravvissuto che ha seguito passo dopo passo la genesi del film.

Le premesse inquadrano i personaggi (ma anche, ancor prima i riti di iniziazione dei seals), tendono a farceli sentire vicini, il marasma dell’attacco però non tarda ed il nucleo è tanta azione (tecnicamente si vola alto), scelte impervie, azioni coraggiose e, nel caso del sopravvissuto, uno sguardo dall’alto che gli ha permesso di essere ancora di questa terra.

E’ un film viscerale, con ampie dosi di virilità, fratellanza, unità e spirito di sacrificio, ma anche proprio del significato di non arrendersi mai, anche nella situazione più disperata.

Semplicemente strepitoso il missaggio sonoro, con un buon impianto HD ci si ritrova nel bel mezzo del conflitto che per questo pare ancor di più di vivere in prima persona.

Ed è impossibile non citare l’onore, e l’onere, degli interpreti di ricordare uomini realmente esistiti e, si sa, gli americani a queste cose ci tengono molto (in tal senso gli extra del bluray sono immancabili, per quanto altamente emozionanti e forse impattanti anche sull’ottica del film).

In tal senso la composizione del cast è interessante; se il ruolo “principe” spetta a Mark Wahlberg, fisico pronto e presenza concreta, gli altri toccano a Taylor Kitsch, che si leva i fantasmi del porta sfortuna (lanciato più volte, conta già più di un film non fortunato), il sempre pronto Emile Hirsch, per lui ruolo insolito, ed il roccioso Ben Foster, al quale la figura del Seal ben si presta.

Un film coinvolgente, probabilmente un po’ troppo romanzato, qualche frase enfatica ha dell’eclatante (ed in fondo non serviva nemmeno, anzi rischia di irritare), ma trovo complicato rimanere distanti di fronte a certe scene chiave, come, ad esempio, quel giovane che affronta la sua prima missione, in più l’assenza della voce “over”, è già un qualcosa di sorprendente, per un prodotto da botteghino realizzato, almeno tecnicamente, con una marcia in più.

Senza un attimo di tregua.

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