Regia di Tommy Lee Jones vedi scheda film
The Homesman - La Recessione.
Tommy Lee Jones è un attore che abbiamo visto in un milione di film nei panni di un sacco di personaggi, un attore che possiamo definire di alto livello, anche se nessuno sa se abbia mai avuto meno di quarant'anni; sfido chiunque a ricordarsi il volto di Tommy Lee Jones senza le fidate rughe, il suo volto da ciabatta essiccata è diventato negli anni un inconfondibile sinonimo di qualità. In questa pellicola non è solo attore, ma anche produttore, sceneggiatore e regista, e si cimenta in un western surreale.
Il film si apre con la storia di Mary Bee Cuddy, interpretata da Hilary Swank, la quale, sarà per i suoi lineamenti mascolini, sarà per la sua capacità di allevare il bestiame, non riesce proprio a trovarsi marito, anche in un piccolo paesino disperso nella prateria dove le donne sono rare come gli alberi; pur offrendo in dote, oltre alle sue abilità, una fattoria compresa di animali, nessuno se la vuole se a vuole pigliare. Ma sul piccolo paesino si abbatte una sciagura: ben tre donne impazziscono completamente. Un'epidemia? Un virus? Forse un sordido segreto le accomuna e lo scopriremo grazie a un trama intrigante? Ma stocazzo! Non c'è alcun legame tra le cause della loro pazzia.
Anche un po' a causa di una pesca sfortunata, Hilary Swank si offre di accompagnare le tre pazze in un luogo dove possano essere curate e seguite meglio; viene subito appoggiata da tutti gli uomini del paese che, purtroppo, sono troppo impegnati a mandare avanti le fattorie e sono dispiaciutissimi di non poter aiutare le signore, alla faccia del coraggio. La Swank deve farsi da sola tutto il viaggio fino a un reverendo a Hebron, in Iowa. Pensate, in Iowa! Famoso in tutti gli Stati Uniti per... non esserci un cazzo. Forse le signore sono impazzite proprio perché vivevano in un posto dimenticato dal Signore. Tommy Lee Jones, un mascalzone attempato che vuole solo farsi gli affari propri in puro stile western, con il più classico degli escamotage (io salvo la vita a te, tu devi fare qualcosa per me) viene aggregato come aiuto alla carovana con la promessa di una ricompensa arrivati a destinazione. Mentre seguiamo il duo Lee-Swank attraversare la prateria, ci vengono mostrati i flashback della vita delle tre pazze; forse grazie a questi scopriremo una sotto trama che ci terrà sulle spine sino alla fine? In realtà si tratta di un susseguirsi di scene macabre che ci mostrano come le signore siano andate fuori di testa ma che non hanno nessuna correlazione con la trama e non serviranno a niente ai fini del film. Momenti di disagio, come la signora che si accoppia con il marito mentre è a letto abbracciata con la madre. Ma Dio guida Cow Boy e mascellona Swank attraverso le praterie con interminabile lentezza. A un certo punto incontriamo gli indiani che come stupidi cani rincorrono un cavallo, e poi lo stronzo opportunista di turno che si vuole fottere una delle donne, tanto: «anche se è pazza, le gambe le apre lo stesso». Mentre speriamo che finalmente riescano a portare le tre pazze a destinazione, ci viene proposta la scena di sesso peggiore della storia del cinema. Probabilmente Tommy Lee Jones nella sua carriera di scene di sesso non ne ha fatte molte e Hilary Swank non è poi così male, ma in poche parole vediamo un vecchio stanco che si accoppia con una donna che è impazzita ed ha deciso che deve mettere fine a tutti i costi alla sua zitellaggine. Una scena veramente surreale che apre un nuovo scenario; i due, grazie a questa avventura, si quasi-innamorano ed accettano di vivere una triste vita assieme? Ma purtroppo no, perché - colpo di scena! - Hilary Swank si impicca. Voi direte, come? E soprattutto, perché? Perché ha insistito per farsi concupire da Tommy Lee Jones per poi uccidersi la scena dopo? Fare sesso con gli anziani porta al suicidio? È il segno per una donna che dimostra che ha toccato il fondo?
Ma Tommy Lee non vuole ancora mettere fine alla nostra agonia e, affezionatosi alle pazze che lo seguono come dei cagnolini dementi, le porta destinazione da Meryl Streep, pagata per dieci minuti di girato ed il nome sul cartellone. Ma non finisce ancora qui, perché Tommy Lee tenta di farci empatizzare ancora un po' con il dolore del suo personaggio nel tentativo vano di strapparci una lacrima, ma allunga solo il brodo con scene campate per aria che si concludono con un finale inutile.
Mi spiace per Tommy Lee Jones ma, per quanto tenti di copiare lo schema e lo stile, purtroppo non sei Clint Eastwood!
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