Regia di Tommy Lee Jones vedi scheda film
Sorprendente per sviluppo narrativo, personaggi, dinamiche e tematiche affrontate (la pazzia, la sopravvivenza, la violenza domestica, la comunità, la religiosità, il perbenismo, la sopravvivenza, l'onore, i debiti di vita, la frontiera), questa nuova regia di Tommy Lee Jones procede per scarti netti e gusto dell'inatteso, ambientando nel selvaggio west una storia di donne e uomini quanto mai atipica e inusuale. Non calca eccessivamente la mano sul registro drammatico, nonostante un paio di ceffoni bene assestati allo spettatore, né lesina qualche passaggio più leggero, quasi buffonesco soprattutto per quanto concerne l'uomo del titolo, un sopravvissuto che vive di rimedi e mezzucci, autartico, senza arte né parte, scampato alla forca. Dovrà la vita ad un'apparentemente coriacea donna di frontiera, abituata a cavarsela da sé in mezzo al nulla delle praterie del Nebraska. Tratto dal romanzo di Glendon Swarthout dell'88, una pellicola che viaggia col passo del road movie misto al western classico e compassato, per poi virare verso un percorso di umana redenzione di cui si erano già viste tracce ne Le Tre Sepolture. Attori di prim'ordine, anche nelle parti minori.
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