Subito dopo la seconda guerra mondiale, la sedicenne e bella Anita, di origine ungherese e sopravvissuta ai campi di concentramento, è accolta in casa della unica sua parente rimasta in vita, la zia Monika, sorella di suo padre che la vede come un peso. Non lontano da Praga, Monika vive con il marito Aron, il figlioletto Roby ed il cognato Eli, un giovane affascinante di cui Anita ben presto si innamora. Circondata da gente che vuole lasciarsi alle spalle il passato, Anita è l'unica che vuole mantenere viva la memoria di quanto accaduto nei lager.
Note
Melodramma intimo e compendio storico s’incrociano sfiorandosi. Con le migliori intenzioni, ma col cuore attutito da un panno isolante: le vibrazioni sgradevoli arrivano da Robert Sheehan, "misfit" televisivo approdato sul grande schermo con la stessa laconica, disgraziata insolenza. Adattamento del romanzo Quanta stella c'è nel cielo di Edith Bruck.
Questo film - ispirato liberamente al romanzo di Edith Bruck 'Quanta stella c'è nel cielo' - ci fa rivivere la triste realtà dei pochi ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio che, al termine della guerra, avevano ritrovato i pochi familiari superstiti e avevano sperato nella loro accoglienza affettuosa, di cui avevano disperato bisogno.
Filmetto tipicamente da tv (nel senso più deteriore) e da vietare ai maggiori di 14 anni per il suo eccessivo e pedante buonismo, politically correct ed odore di santità che scorre insidiosamente, ma neanche tanto sottilmente. Superficiale, stucchevole, insulso.
Anita B. (Eline Powell), giovane ebrea ungherese, scampata alla morte dopo Auschwitz e Bergen Belsen, aveva raggiunto, col treno, priva di documenti, il territorio cecoslovacco dei Sudeti, dove, in un piccolo villaggio appena liberato, si era insediata la zia Monika (Andrea Osvárt) insieme al marito Aron (Antonio Cupo), al figlioletto, e… leggi tutto
Anita e' una sedicenne scampata ai campi di sterminio,fugge dall'orfanotrofio ungherese per raggiungere zia Monica in Cecoslovacchia.Qua conosce Eli,cognato della zia e se ne innamora,con conseguenze negative.Faenza costruisce un film sulle radici ebraiche venato di sguardi sulla vita che segnano le persone in modo indelebile,certo la pellicola risente della provenienza letteraria,ma si segue… leggi tutto
ANITA B.
E LES FEMMES FORTES non solo di FAENZA
"Lascia Auschwitz fuori da questa casa”
Sappiamo ormai tutti che Shoah(tempesta devastante)è una parola che in ebraico significa "distruzione". Viene preferita a Olocausto, (in quanto non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio inevitabile), dal greco holos "completo" e kaustos "rogo", cioè lo… leggi tutto
Anita B. (Eline Powell), giovane ebrea ungherese, scampata alla morte dopo Auschwitz e Bergen Belsen, aveva raggiunto, col treno, priva di documenti, il territorio cecoslovacco dei Sudeti, dove, in un piccolo villaggio appena liberato, si era insediata la zia Monika (Andrea Osvárt) insieme al marito Aron (Antonio Cupo), al figlioletto, e…
Carissimi coutenti, mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per l’inaspettata adesione a quella che normalmente si dovrebbe definire recensione ma che, nel caso specifico, sarebbe più opportuno ritenere…
Pellicola che inizia poco dopo la fine della II° Guerra Mondiale con i Suoi scenari di Poverta' e distruzione intesa in modo ampio del termine,risulta abbastanza flebile come rappresentazione di una Storia che non viene molto bene delineata ma forse anche per demerito degli Attori che sono un mix fra i piu' noti Osvart o Cupo o anche Ovadia e una carina Interprete principale ma ahime' solo…
Filmetto tipicamente da tv (nel senso più deteriore) e da vietare ai maggiori di 14 anni per il suo eccessivo e pedante buonismo, politically correct ed odore di santità che scorre insidiosamente, ma neanche tanto sottilmente. Non so quanto sia imputabile al romanzo da cui il film è tratto, ma nell’applicare esageratamente il principio di precauzione, la moderazione,…
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Commenti (3) vedi tutti
Questo film - ispirato liberamente al romanzo di Edith Bruck 'Quanta stella c'è nel cielo' - ci fa rivivere la triste realtà dei pochi ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio che, al termine della guerra, avevano ritrovato i pochi familiari superstiti e avevano sperato nella loro accoglienza affettuosa, di cui avevano disperato bisogno.
leggi la recensione completa di laulillaPellicola incolore e poco invogliante alla visione !
leggi la recensione completa di chribio1Filmetto tipicamente da tv (nel senso più deteriore) e da vietare ai maggiori di 14 anni per il suo eccessivo e pedante buonismo, politically correct ed odore di santità che scorre insidiosamente, ma neanche tanto sottilmente. Superficiale, stucchevole, insulso.
leggi la recensione completa di Maciknight