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Robin e Marian

Regia di Richard Lester vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Robin e Marian

di Ethan01
10 stelle

Struggente e malinconico, un film indimenticabile.

Robin Hood (Sean Connery) e Little John (Nicol Williamson), in seguito alla morte di Re Riccardo (Richard Harris), a fianco del quale hanno combattuto alle Crociate e in Francia, fanno finalmente ritorno a Sherwood.
Qui scopriranno che molte cose sono cambiate e che Lady Marian (Audrey Hepburn), stanca di aspettarlo, si è fatta suora.
Anche Robin, invecchiato e disilluso, non è più quello di una volta, m il suo ritorno risveglia comunque gli animi della popolazione, che vorrebbe ribellarsi alle angherie di Re Giovanni (Ian Holm) e dei suoi gregari.
Un film poetico e malinconico, probabilmente la migliore versione del mito di Robin Hood insieme a quella di Michael Curtiz con Errol Flynn del 1935, dalla quale però "Robin e Marian" è lontano anni luce.
Infatti per chi si aspetta di vedere un film d'avventura classico, fedele a come la tradizione ci ha abituato ad immaginare Robin Hood e le sue imprese, "Robin e Marian" sarà un pugno nello stomaco.
L'intento del regista Richard Lester è quello di rileggere il mito di Robin Hood, in linea con il revisionismo che caratterizzò il cinema degli anni settanta, privilegiando una messinscena decisamente anti-spettacolare e più intimista, realistica e per questo priva di qualsiasi enfasi.
Una destrutturazione del mito all'insegna del disincanto, con i protagonisti che devono fare i conti con lo scorrere del tempo: Robin Hood è ormai piuttosto maturo e segnato dall'età, anche se comunque non ha perso il suo coraggio e la sua sana incoscienza; Marian si è fatta suora dopo aver tanto sofferto per la partenza del suo amato, e adesso che l'ha ritrovato non riuscirebbe a sopportare di perderlo per la seconda volta. Anche la figura di Riccardo Cuor di Leone è ben diversa da quella a cui eravamo abituati: qui è un sovrano avido e sanguinario, che non esita a massacrare donne e bambini per un proprio personale capriccio.
La bella sceneggiatura di James Goldman approfondisce perfettamente tutti questi aspetti, focalizzandosi particolarmente sulla struggente storia d'amore tra i due protagonisti, ma alleggerendo allo stesso tempo il tutto con una buona dose di ironia.
D'antologia tutta la parte conclusiva e in particolare il bellissimo monologo finale di Audrey Hepburn, che si conclude con Connery che dice: "Non avremo più una giornata come questa, e forse è meglio così."
Soltanto la morte infatti potrà unire Robin e Marian, e il "traumatico" suicidio finale sancisce definitivamente la fine di un mito: il mito di Robin Hood.
Ricchissimo il cast, all'interno del quale spicca un'indimenticabile Audrey Hepburn, che torna al cinema dopo quasi dieci anni di assenza, Sean Connery, ormai affrancatosi da tempo dal ruolo di James Bond, Robert Shaw, che tratteggia un cattivo di spessore, Nicol Williamson, Ian Holm, Denholm Elliott, ma soprattutto il grandissimo Richard Harris, che fa una breve ma fulminante apparizione nella parte del sadico Re Riccardo.
Curiosamente Sean Connery e Robert Shaw avevano già lavorato insieme tredici anni prima in "Agente 007 - Dalla Russia con amore" : in "Robin e Marian" tornano a fronteggiarsi come antagonisti, sfidandosi in un duello finale rabbioso e tragicamente realistico.
Conferiscono ulteriore fascino al film le magnifiche musiche di John Barry e l'accattivante fotografia di David Watkin, che riprende gli scenari naturali delle campagne inglesi in maniera ammirevole.







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