Regia di Richard Lester vedi scheda film
Il Robin Hood più controverso della storia del cinema!
La disputa fra gli amanti del cinema e i fans del personaggio è accesa e viva ancora oggi, perchè molto spesso chi stravede per un certo modello e le sue caratteristiche peculiari non vuole variazioni o risvolti altrnativi: Superman è allergico alla kriptonite, Braccio di Ferro succhia spinaci energetici e Goldrake mangia libri di cibernetica e insalate di matematica mentre James Bond cucca a stufo ma non si innamora mai......
MMmm..mmm Bond : Lazenby = Robin Hood : Connery .
L'equazione è automatica: sembra che il desTino di Connery nei panni dell'arcere che ruba ai ricchi per dare ai poveri sia coincidente a quellO di Lazenby nei panni del superagente segreto che gli aveva dato fama mondiale.
Sembra che così come il Bond di Lazenby vulnerabile e sentimentale il Robin Hood di Connery stanco ed invecchiato dopo il ritorno dalle crociate non fu troppo apprezzato dai fans storici perchè come detto Bond spacca e sbrega e Robin idem.
Chi mi conosce sa che sul Bond movie con Lazenby ho già emesso tutto il liquido seminale del mio corpo dopo ripetute visioni nell'arco di molti anni di amore fisico per questo film per cui si giunge alla logica conclusione che questo "Postquel" delle avventure classiche di Robin Hood mi è piaciuto assai.
Non ha niente a che vedere con quello che avete visto fin'ora: dimenticate Errol Flynn, la Disney, Isoldo Konstner e Marmo di Carrussell Crow.
Il Robin Hood di Lester è lento e riflessivo, dialogato e naturalistico, e soprattutto poetico con i due protagonisti che virano verso Paolo e Francesca con indosso i costumi di Romeo e Giulietta, Little John (Nichol Williamson) è minuto come dice il suo nome, gli scontri sono ridotti all'osso e il duello fra lo sceriffo di Nottingham (Robert Shaw) e il protagonista è una lenta agonia per i duellanti affllitti dal peso del tempo e delle corazze.
Spiccano quindi Connery e la Hepburn impegnati in una prova commovente e preziosissima, un Robin stanco e ammaccato che rischia ancora una volta di abbandonare lady Marian per seguire l'ennesima pazza crociata di Re Riccardo affidato alle smorfie impagabili di Richard Harris in preda ad una vaga follia da trono che nella prima parte è il veicolo per descrivere il travagliato rapporto tra re ed eroe che seppur graffiato dal dovere del blasone è forte e profondo.
La follia della guerra però affligge anche lady Marian malata d'amore e preoccupazione, sentimenti scolpiti perfettamente sul volto della Hepburn che ha l'onere e l'onore di spartire i frames con un Connery immerso in un personaggio mai così in preda ai sentimenti e gli eventi, forse in "5 giorni un'estate" di Zinneman ma non aveva al suo fianco un'attrice di spessore e presenza come la Hepburn che lo completa e gli tiene testa come poche altre seppero fare.
Quello tra Robin e Marian è quindi un'amore disperato, destinato a morire o lasciarsi morire e Marian piuttosto che assaporare ancora notti insonni ad aspettarlo, brutte notizie e lunghi giorni lontani sceglie l'unione eterna fuori da un mondo che non ha ne spazio ne tempo per Robin e Marian, per sempre l'uno accanto all'altro solo sulla locandina di un film.
La freccia scoccata da Robin nel bellissimo finale non si è ancora conficcata in nessun muro e nessun tronco d'albero ma ha colpito il cuore di molti fans di questo personaggio .....e non solo.
Musica di John Barry, non sarà mica un valore aggiunto? Noooooo.....
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta