Regia di André Novais Oliveira vedi scheda film
CANNES 2013 - QUINZAINE DES REALISATEURS
I primi giorni di un’unione amorosa, due personalità ancora estranee che cercano di trovare il giusto stato d’animo per predisporsi ad una storia che possa avere delle basi solide per difendersi dalle avversità del tempo che passa e che disgrega inesorabilmente anche il legame più inossidabile. Non basta un’intesa sessuale, ci sono le piccole intimità di ogni giorno, la novità di una convivenza notturna con i suoi imbarazzi e le premure, le ansie che nascono dal fatto di non conoscere bene il proprio partner, di provare imbarazzi e vergogne. Quando poi la donna fa scoprire al compagno che un singolare gioco di luce crea, sopra la finestra della camera a tapparelle socchiuse, come una sorta di camera oscura che riproduce capovolto un mondo quasi speculare ed inverso, nella giovane donna, pur non nuova a quella manifestazione visiva, si creano nuove ansie e tensioni che faticherà a tenere per sé. Come se avesse percepito con quella visione distorta un aspetto speculare della sua nuova probabile vita di coppia, un rovescio della medaglia pieno di incognite. Una panchina chiarificatrice in attesa dell’autobus che riporterà a casa l’uomo, potrà essere l’occasione per far luce su alcuni timori ed incomprensioni che forse possono trovare una soluzione con rassicurazioni e buonsenso. Cortometraggio discreto ma girato in modo un po’ qualunque, con attori molto qualunque (volutamente ordinari e decisamente fuori da ogni tipica avvenenza - e questo non e' certo un demerito) in realtà a ripensarci bene più cerebrale di quanto non voglia passare, puo’ ricordare (ma molto da lontano), certe riflessioni sulla coppia e sull’incomunicabilità del cinema di Antonioni. Ma lo stile è ancora troppo acerbo per azzardare certi ambiziosi paragoni.
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