Trama
Un'agente di polizia (Miki Sugimoto) elimina di propria iniziativa un diplomatico straniero che aveva stuprata e uccisa una ragazza di colore. Per questo viene rinchiusa in carcere di nascosto e senza processo per evitare uno scandalo internazionale, ma presto le viene offerta la possibilità di evitare la condanna: se riesce a portare a buon fine la missione propostale da Kusaka (Hideo Murota), il capo della polizia, sarà liberata e potrà tornare al suo lavoro. La missione consiste nell'infiltrarsi all'interno di una pericolosa banda capeggiata dallo psicopatico Nakahara (Eiji Gô) che ha appena rapito Kyôko, la figlia del futuro primo ministro Zengo Nagumo (Tetsurô Tanba), ed eliminarne tutti i membri per evitare lo scandalo che potrebbe rovinarne la carriera politica. La ragazza accetta la missione.
Note
L'idea di partenza somiglia molto a quella di Nikita (1990) di Luc Besson, con circa tre lustri di anticipo e qualche piccola differenza.
Miki Sugimoto, la prima attrice ad aver prestato il volto a Zero Woman, canta anche la sigla iniziale di questo film violentissimo e ha molte parti di nudo quasi integrale. La richiesta del pubblico per dosi di sesso e violenza sempre maggiori fu la ragione che spinse Meiko Kaji a lasciare il ruolo di star della pinky violence [violenza tra bande femminili] per dedicarsi a ruoli minori ma in produzioni di rango più elevato.
ZeroWoman: Final Mission (1995) diede il via, dopo oltre vent'anni, ad una serie di film sul personaggio, che non è mai esattamente uguale e non è mai stato interpretato due volte dalla stessa attrice.
Musiche di Shunsuke Kikuchi.
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