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Il ritratto di Jennie

Regia di William Dieterle vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il ritratto di Jennie

di jonas
7 stelle

Nell’inverno 1934 un pittore squattrinato incontra una ragazzina che lo colpisce: indossa abiti di foggia antiquata, dice che i suoi genitori si esibiscono in un circo demolito da anni e che in Germania regna ancora il Kaiser. La rivede poi altre volte, cresciuta a una velocità innaturale, e capisce la verità: lei è morta, lui può soltanto fermarne l’immagine in un ritratto che diventerà un capolavoro riconosciuto. Favola triste dalla sognante ambientazione in una New York insolitamente bucolica, dove i grattacieli sovrastano parchi e laghetti ghiacciati. Meglio lasciar perdere le pretenziose riflessioni su vita e morte, introdotte dalle citazioni iniziali di Euripide e Keats: nella sua semplicità, è solo la storia dell’amore impossibile fra un uomo che vive nel tempo e una donna che esiste fuori del tempo. Ristagna un po’ nella parte centrale, dove la situazione fatica a evolversi e Joseph Cotten non sembra neanche troppo sconvolto da ciò che gli sta succedendo. Improponibile la trentenne Jennifer Jones nei panni di una minorenne, ovviamente imposta dal marito produttore: la sua credibilità si limita alla seconda parte.

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