Regia di William Dieterle vedi scheda film
Ci sono dei film in cui è imperativo lasciarsi trasportare dal flusso di immagini e di sensazioni senza chiedersi troppo il perchè o fare troppa attenzione ad eventuali incongruenze di quello che si vede. Ed è il caso di questo film di Dieterle,l'epitome dell'amour fou,visto che racconta l'amore di un pittore squattrinato e di un fantasma(ma all'inizio lui no lo sa,mentre lo spettatore intuisce già tutto al termine del ,loro primo incontro) che gli compare ciclicamente e sempre apparentemente di età diversa.Tanto più cresce l'amore del pittore(che nel frattempo ha perlomeno di che vivere e che le sta facendo un ritratto che gli darà il successo) quanto più ci si allontana dalla soluzione razionale che lui rifiuta.E alla rivelazione di tutto quello che è avvenuto lui cerca di andare da lei tentando di farsi portare via da una tempesta al faro dove lei è morta nell'anniversario della morte di lei.Un finale girato virato al verde conferisce con la sua particolarità un alone ancora più straniante alla narrazione.Si parla di tante cose,della passione che travalica ogni confine,della morte che non rappresenta (o non dovrebbe rappresentare) la fine di tutto,dell'amara situazione dell'artista squattrinato(come vediamo il pittore all'inizio del film in cerca di qualcuno che gli compri qualche dipinto) che non riesce a sopravvivere grazie solo alla propria arte.Il ritratto di Jennie è una favola soffusa in cui i contorni della realtà si confondono con quelli del sogno,una sorta di viaggio in Paradiso e ritorno,un apologo sull'amore che travolge tutte le dimensioni dalla realtà alla fantasia.Ed è un film che si nutre soprattutto della sua squisitezza formale,della sua fotografia preziosa e di un finale che lo fa sconfinare nel melodramma gotico.Un fascino senza fine....
regia ineccepibile
brava
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brava
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