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Un boss in salotto

Regia di Luca Miniero vedi scheda film

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La recensione su Un boss in salotto

di supadany
2 stelle

A volte è difficile capire cosa spinga il pubblico ad affollare le sale, per carità questo pensiero si può legare benissimo, e soggettivamente, a tante commedie italiane degli ultimi trent’anni, ma in questo caso personalmente è il quesito che mi ha assalito fin dalle prime battute dato che ci ho visto una pochezza a (larghi) tratti disarmante anche sotto i punti di vista più banali. 

Cristina (Paola Cortellesi) è una napoletana da anni trapiantata al nord, si è costruita una famiglia ed aspira ad ottenere una considerazione sociale sempre maggiore, monopolizzando per questo motivo i suoi affetti.

Un giorno però arriva Ciro (Rocco Papaleo), suo fratello da tempo rinnegato, e tutto è destinato gioco forza a cambiare.

 

Paola Cortellesi, Rocco Papaleo

Un boss in salotto (2014): Paola Cortellesi, Rocco Papaleo

 

Ancora una volta si gioca con la contrapposizioni, marchio di fabbrica del cinema più recente di Luca Miniero che però questa volta, pur rinnovando il successo commerciale, trova, per chi scrive, i risultati peggiori.

Difficile trovare motivi per farsi grasse risate, ad esempio la gag del gatto morto è tremenda, inutile e peraltro tirata esageratamente per le lunghe (di tanto in tanto torna in prima linea, viva le idee), ma poi le cose vanno anche peggio quando arriva l’inevitabile momento del ravvedimento di pensiero.

Un problema prima di tutto legato ad una sceneggiatura infelice che trova pochissimi particolari efficaci e che si rifà ad una serie di espedienti datati come il cucco, per di più utilizzati senza particolare convinzione.

Diventa così subito un percorso difficoltoso che non si fatica ad inquadrare e quando la svolta è pronta a fare capolino, oltre che la scontatezza, si registra anche una velocità d’azione tipica di chi vuole chiudere la faccenda senza farsi troppo del male.

Anche il trio di protagonisti non aiuta, anzi; Rocco Papaleo è sicuramente il più in parte, ma di fronte a certe (tante) situazioni è dura inventarsi escamotage all’altezza di un minimo di comicità, Paola Cortellesi affonda già solo per la dizione alla quale è obbligata (e nel resto pare fin troppo imbrigliata), mentre Luca Argentero è straniato giustamente anche per le problematiche nelle quali il suo personaggio si trova ad affrontare, ma poi pare prima di tutto un pesce fuor d’acqua; la migliore rimane Angela Finocchiaro, anche se chiamata a giocare in difesa (della sua dignità in primis).

Un film davvero povero che gioca, senza troppa convinzione, con le distanze culturali che contraddistinguono la nostra “amata” Italia, in tal senso comunque già i precedenti film di Luca Miniero (vedasi i vari “Benvenuti al …” che a me non erano affatto dispiaciuti, seppur con tutti i limiti del caso) sembrano al confronto delle pietre miliari della commedia.

Sconfortante.

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