Regia di Oxide Pang Chun vedi scheda film
Non ho una buona conoscenza dell'horror orientale, pertanto non posso fare confronti con film dello stesso genere. Il film può dirsi diviso in due parti. Nella prima, una scrittrice di successo con un passato sentimentale burrascoso ed una crisi creativa in atto, è sconvolta da una sequenza di eventi inspiegabili che avvengono nella sua casa e testimoniano la presenza di entità sovrannaturali; nella seconda, più lunga, la stessa scrittrice è trasportata in una realtà alternativa allucinante e minacciosa, dalla quale, con l'aiuto di alcuni alleati, potrà fuggire. Le atmosfere cupe ed angosciose della prima parte contrastano con quelle leggermente più luminose - ma assolutamente non "favolistiche" - della seconda; le carenze di una recitazione non eccezionale sono compensate da un montaggio di forte impatto, da scenografie allucinanti, da un uso intenso del simbolismo e una particolare attenzione a dettagli morbosi. La trama, tuttavia, è leggermente sfilacciata; la seconda parte è quasi frammentata in episodi, nel susseguirsi dei quali ci è svelato quali eventi hanno causato dapprima le apparizioni e poi il trasporto della protagonista nel mondo delle "cose abbandonate"; c'è un messaggio antiabortista, latente nella seconda metà del film e chiaramente riportato nel finale; sono trattati i temi del rancore e del perdono; ci sono senza dubbio significati: perchè, nel finale, la scrittrice vede sè stessa ? Forse la spiegazione è nei caratteri battuti al computer e scritti su carta, che io non sono in grado di leggere.
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