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Ugly

Regia di Anurag Kashyap vedi scheda film

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La recensione su Ugly

di alan smithee
8 stelle

CANNES 2013 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Esattamente un anno dopo aver vissuto oltre cinque lunghe ore di esaltazione durante la visione della fluviale, sontuosa e sanguigna epopea familiare de "Gangs of Wasseypur", ritroviamo quest'anno di nuovo alla Quinzaine (che ha bisogno oggi come ogni anno di sfornare almeno un paio di nuovi idoli cinematografici, dopo tutti quelli creati nei suoi 45 anni di vita) il talentuoso regista Anurag Kashyap, che non abbandona certo le vicissitudini e le controversie di un ceppo familiare, ma le sviluppa nel contesto singolare del thriller poliziesco dove tutti sanno qualcosa che sarà necessario per ricostruire una verità che è poi quasi impossibile accettare fino alla fine. La scomparsa di una bambina di 10 anni è il pretesto per l'abile cineasta indiano per mettere in luce le molteplici problematicità e conflitti di classe di una società che vive ancora di strati sociali e classi di appartenenza separati da abissi invalicabili, dove la povertà spinge ad azioni miserabili e atroci e dove la lotta contro il tempo per assicurare la salvezza alla bambina scomparsa e la soluzione del problema. appaiono dapprima persino possibili, fino ad arrivare ad un finale potente e straordinariamente inaccettabile. In mezzo intrighi familiari, personaggi centrali che non sembrano quello che sono veramente e la fame di denaro e di ricchezza che spingono ad agire da mostri di crudeltà e spietatezza o bieca opportunità. Un thriller a tratti scientemente poco convinto e quasi comico, soprattutto per certi aspetti iniziali, musicato un po' come capita assemblando canzoni anche famose come quella di Asaf Avidan, che si trasforma in un incubo labirintico in grado di  indagare pure su malesseri come la depressione, l'insoddisfazione per una carriera nel cinema che non decolla mai (è il caso del nostro protagonista, padre separato a cui rapiscono la figlia) e le facili tentazioni che scaldano l'animo di desideri che diventano irrinunciabili, anche a costo di sbarazzarsi della vita di giovani innocenti. Un insolito thriller indiano balordo e crudele che ricorda da vicino lo stile concitato e spesso sublime di epopee spesso seriali tipiche della cinematografia coreana o più in generale dell'estremo East del nostro violento e inappagabile pianeta, brulicante di sogni, desideri e necessità per le quali si è disposti a scendere verso il più sordido e crudele dei compromessi.

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