Regia di Jeremy Saulnier vedi scheda film
Film che brilla di una luce propria, sinistra e malinconica, è un dramma della vendetta che ci precipita nel cuore oscuro di una provincia americana dove il retaggio di antichi codici di rivalsa biblica sembrano prevalere sull'ordine e sul rispetto di una convivenza civile che riesca a preservare insieme integrità morale e sicurezza familiare.
Dwight vive come un barbone, rovistando nella spazzatura, dormendo in auto e approfittando della momentanea assenza dei padroni di casa per farsi una doccia dove capita. Quando lo sceriffo locale lo avvisa che il responsabile dell'omicidio dei genitori è stato rilasciato sulla parola, si riprende dal suo mite torpore e progetta una improvvisata quanto spietata vendetta. Sarà l'inizio di una escalation di violenza e di sangue da cui dovrà tenere al riparo la sorella che vive da sola insieme alle due figlie ancora piccole.
Piccolo film indipendente che brilla di una luce propria, sinistra e malinconica, questo dramma della vendetta e della disperazione ci precipita nel cuore oscuro di una provincia americana dove il retaggio di antichi codici di rivalsa biblica sembrano prevalere sull'ordine e sul rispetto di una convivenza civile che riesca a preservare insieme l'integrità morale e la sicurezza familiare, conducendo il suo inane protagonista nell'ineluttabile deriva di una tragedia da romanzo russo di fine ottocento. Muovendosi con passo lento e cadenzato in un percorso segnato dal debito di sangue e d'onore che i legami familiari sembrano inevitabilmente portare con sè, il protagonista del film di Saulnier è il prototipo di un uomo senza qualità e senza ambizioni cui la flebile scintilla dell'amor propio conduce sulla via di una triste rovina personale ed il cui gesto, impulsivo e irresoluto, innesca la spirale di una sanguinosa faida familiare da cui ci si può difendere e tenere al riparo gli affetti più cari solo annientando l'altro, estirpandone una volta e per tutte la pianta malata da cui si origina un odio senza senso e senza soluzione, affogando nel sangue la rivolta inevitabile di tutti i componenti di una rinnovata Sfida all'Ok Corral che ricorre come una oscura maledizione nella cronaca spicciola della Storia americana. Rinunciando volutamente agli eccessi melodrammatici del cinema hollywoodiano e caricando sulle spalle di un personaggio da antologia il peso di una condanna che non può sostenere, Jeremy Saulnier ci propone lo spaccato minimalista di una società che si affida al linguaggio delle armi più che a quello delle parole, rinnovando nell'abbacinante maliconia della sua fotografia le ambientazioni assolate e canicolari dello Shotgun Stories di Jeff Nichols, dove più accesa ed impietosa era la lotta del fratello contro fratello che qui vediamo disvelata solo nella terribile e sanguinosa sequenza finale. Film asciutto e melanconico, è attraversato dalla patetica fisicità di uno straordinario Macon Blair che, come il bravissimo Michael Shannon del film di Nichols, è l'uomo dalla faccia un pò così che non ti aspetteresti mai di trovare dalla parte giusta della pistola. Premio FIPRESCI a Jeremy Saulnier al Festival di Cannes 2013.
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