Regia di Jeremy Saulnier vedi scheda film
Jeremy Saulnier fa tutto da solo, scrive la sceneggiatura, dirige e fotografa e si prende pure il lusso di partecipare alla Quinzaine di Cannes 2013, e questo è davvero un mistero. "Blue Ruin" è un film onesto, non eccelle in niente, si lascia guardare, ha un protagonista, l'attore Macon Blair (bel nome sudista), bravo a caratterizzare uno squinternato giovine, il quale, dopo che gli sono stati ammazzati i genitori, sbarella e vive come un "homeless" in giro per la città. Quando il presunto killer viene rilasciato, s'inventa vendicatore pur non avendone né il fisico né le capacità psicologiche. Saulnier ne trae un thriller piuttosto convenzionale, con qualche momento di "black comedy", molto pochi, e una certa tensione, ma con troppe lentezze che paiono fatte apposta per allungare la minestra alla canonica ora e mezza, e qualche inverosimiglianza di troppo. La cosa che mi è piaciuta di più è l'aria dell'America di provincia, che si respira a grandi dosi, fra roadhouse, i boschi della Virginia e ovviamente le armi, a grandi dosi. Un "vengeance movie" piccolo piccolo, che ha il pregio, quantomeno, di non esagerare in splatter e amenità varie, è poco urlato e quasi autistico, come il suo protagonista. "Blue Ruin" è il tipico film che non vi rovina la serata ma che, domani, non ricorderete più o confonderete con molti altri.
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