Regia di Jeremy Saulnier vedi scheda film
‘Blue Ruin’ potrebbe apparire come un piccolo revenge movie, uno dei tanti film sulla vendetta. Uno di quelli in cui un giovane regista immagina di essere ‘il nuovo’ Tarantino, ma nella maggioranza dei casi si rivela con 9/10 di talento in meno. Invece il regista di ‘Blue Ruin’, Jeremy Saulnier, sa fare bene il suo lavoro, con un suo originale piglio, particolarmente lento, in cui la violenza acquista un ‘peso specifico’ proprio perché rimane più rara. I registi hanno in genere preso a cuore l'adagio che “la vendetta va servita a freddo”; questo film ne è un caso esemplare.
Anziché far sgorgare fiumi di sangue, il film segue il suo protagonista, un vero antieroe, alla ricerca della sua personale vendetta. La trama è meticolosamente sceneggiata, il montaggio è sapiente e la musica giusta, al momento giusto, aiuta lo spettatore ad immergersi nel percorso del protagonista che si scontrerà con una follia collettiva, non molto lontana da ciò che è comune.
La trama è minimalista e facilmente si comprendono i motivi che porteranno alla serie di omicidi; motivazioni che vengono stillate con precisione e sobrietà. Valore aggiunto di questo film e che non risulta mai pesante e si segue con leggerezza. Lo ritengo sempre un fatto positivo questo aspetto, poiché allieta anche lo spettatore più stanco nelle peggiori delle sue giornate.
Il film è visivamente impressionante, è thriller quanto basta e nel contempo rimane divertente e originale.
Il protagonista si chiama Dwight -già il suo nome suggerisce una certa mediocrità-, quello che ci viene presentato è ciò che rimane di lui: poco più di un barbone che vive nella sua rugginosa macchina blu, colore che visivamente e metaforicamente avvolge tutta la pellicola. Il protagonista è un uomo perbene, un po’ nervoso, molto trascurato, un soggetto che induce tristezza. Quando arriva una corpulenta poliziotta, non per arrestarlo, ma per dargli la cattiva notizia che l’assassino dei suoi genitori sta per essere rilasciato, Dwight sembra restringersi innanzi alla presenza della rappresentante delle forze dell’ordine, sembra un cucciolo ferito, triste. Quest’uomo ferito vive forse solo per soddisfare il suo ultimo desiderio: fare pagare ai responsabili quello che gli è successo. Dwight è tutto ciò che un assassino non dovrebbe essere. Non sa usare un coltello, ma nonostante la sua incompetenza, in qualche modo riesce a uccidere, sebbene associa all’omicidio qualsiasi sentimento negativo, di brutalità, che ogni uomo normale dovrebbe attribuirgli. Il problema principale per Dwight è che l'oggetto della sua ira è un’intera famiglia criminale e, di conseguenza, “sangue richiede sangue”: sua sorella e la sua bambina saranno al sicuro?
'Blue Ruin' sembra ispirarsi a quei film girati e sceneggiati dai fratelli Coen. Se i Coen vi piacciono, allora è altrettanto probabile che ‘Blue Ruin’ è il film che fa per voi! Le immagini grigie, incolore esplodono alla visione del blu. È un film che visivamente mi ha impressionato parecchio. L’interpretazione del protagonista è mozzafiato. I suoi movimenti lenti, la sua voce quasi sussurrata e i suoi sguardi desolati risucchiano lo spettatore in una spirale discendente che non può che coinvolge. 'Blue Ruin’ è una perla rara nel panorama del cinema indipendente del sud degli States. Un film capace di garantirvi un’oppressione che perdurerà per il resto della giornata.
Un gran bel film! Voto: 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta