Regia di Guillaume Gallienne vedi scheda film
Guillaume Gallienne della Comédie-Française ha un complesso d’Edipo talmente esagerato che se deve raccontare sua madre, la interpreta lui. Del resto lei l’ha sempre trattato in modo particolare, diversamente dagli altri due figli. Maschi. Quando è pronto in tavola li chiama come recita il titolo originale: «Les garçons et Guillaume, à table!» traducibile come «ragazzi - e Guillaume - a tavola!». Finché qualcuno, alla fine del film, non grida finalmente «le filles (ragazze) et Guillaume, à table!» assistiamo all’irresistibile romanzo di formazione sessuale e identitaria di un effeminato adolescente (prima), e giovane uomo poi, costretto a passare le forche caudine della (cosiddetta) virilità. Tutto sua madre è una commedia intelligente e divertente che gioca con tutti i cliché sul tema, riuscendo però a sovvertirli con trovate e formidabili colpi di teatro (letteralmente: il film ha una “cornice” teatrale e deriva da un testo che Gallienne ha scritto per il palcoscenico). Madre possessiva e egocentrica e padre (nonché fratelli: uno dei due cerca di affogare Guillaume in piscina!) super macho, che spinge il brutto anatroccolo a fare sport, poi in un collegio cattolico para-lefebvriano, a naja (grandiosi i due colloqui “a tema”), in una clinica tedesca dove Diane Kruger lo attende col clistere e poi di nuovo davanti a una platea, finalmente con un volto, a raccontare il “vero io”. Risate, a volte fragorose, che scansano ogni volgarità. Da mandare a memoria.
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