Trama
Aziz, Hamza, François-Joseph e Jo, quattro amici tra i 17 e i 19 anni, trascorrono l'estate a Porto Vecchio, in Corsica. Durante una sera di noia, Aziz porta gli altri tre nella casa dove suo padre lavora come agente di manutenzione. Poiché Aziz sa come entrare, il gruppo passa parte della notte nella lussuosa residenza ancora inabitata e, prima di partire, porta via alcuni oggetti senza valore e due fucili da caccia. Pochi giorni dopo, la proprietaria arriva da Parigi e si lamenta dello scasso con un conoscente, un giovane boss del posto...
Approfondimento
APACHE: LE CONTRADDIZIONI DELLA MODERNA CORSICA
Apache nasce dal desiderio di Thierry De Peretti, attore al suo debutto dietro la macchina da presa, di realizzare un film ambientato in Corsica, la sua terra natale, poco rappresentata al cinema. La storia trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto che ha visto tre giovani uccidere un coetaneo e seppellirne il cadavere tra i boschi. Tutti e quattro i ragazzi (due corsi e due di origini marocchine, figli di marocchini che sono arrivati sull'isola verso la fine degli anni Sessanta del Novecento e hanno sofferto il rifiuto della popolazione locale) vivevano nella città balneare di Porto Vecchio e nella sua periferia. La loro vicenda ha permesso a De Peretti di sviluppare una sceneggiatura che affronta due questioni centrali per la moderna Corsica: l'aumento di casi di violenza e di omicidi nell'isola e l'eredità che questa, considerata un luogo particolare con alle spalle una storia altrettanto particolare di contraddizioni, offre alle nuove generazioni. La stessa città di Porto Vecchio è sede di contraddizioni molto forti che creano una certa tensione tra la popolazione: situata nell'estremo sud della Corsica, Porto Vecchio è in preda alla speculazione immobiliare ma all'espandersi delle attività e delle costruzioni fanno da contraltare piccoli quartieri e una costellazione di borghi rurali. Inoltre, le splendide spiagge di Porto Vecchio (deserte d'inverno e capaci di attirare quasi 150 mila turisti d'estate) non sono altro che le vecchie paludi putride che fino alla fine della seconda guerra mondiale provocavano malaria e rendevano inabitabile l'intera zona. Nei protagonisti di Apache, il turismo di massa che interessa Porto Vecchio provoca irritazione e sconcerto: essi si sentono infatti espropriati delle zone in cui vivono (da qui il titolo del film, con chiaro riferimento alla nozione di difesa del territorio degli indiani) e considerano i turisti come invasori e fonte di violenza, invidia e frustrazione, dal momento che la ricchezza da questi generata porta benefici a pochi eletti e causa solo danni al territorio.
ATTORI DALLA STRADA
Portate avanti dal regista De Peretti e dal co-sceneggiatore Benjamin Barocci, le ricerche per individuare i quattro protagonisti di Apache sono state condotte sul luogo della tragedia che il film avrebbe raccontato. Individuati gli attori (non professionisti) tra i ragazzi di Porto Vecchio, il cast per quasi due anni ha lavorato al progetto cercando di coglierne il senso nella maniera più giusta e coscienziosa possibile. Aziz El Haddachi, il giovane che interpreta il ragazzo che verrà ucciso e che ricorda vagamente il Mark Wahlberg di The Yards, vive nello stesso quartiere della vera vittima ed è ben consapevole della realtà che lo circonda. Françoise-Joseph Culioli è stato scelto per la sua somiglianza con Aziz (è facile confonderli in scena) e per la sensualità che trasuda all'istante e che ricorda molto quella dell'Accattone di Pier Paolo Pasolini. Joseph Erbrard è invece il più giovane del cast, reclutato di notte in una strada della città per il suo incredibile fascino, il suo senso dell'humor e la sua fantasia. Hamza Meziani, infine, è stato reclutato per la capacità di improvvisazione dimostrata e per la velocità con cui rende il suo personaggio affascinante e al contempo terribile in un momento oscuro del film.
Note
Esordio nel lungometraggio presentato alla Quinzaine des réalisateurs 2013 e poi a Giffoni, "Apache" si ispira a un fatto realmente accaduto. E cerca - nel ricorso a un digitale rude e ad attori non professionisti, nei radi tappeti sonori elettronici, nel formato primario (1:33) e in piani distanti, dal medio verso il lungo - un realismo scarno e scabro, privo d’orpelli, per radiografare un paesaggio antropologico negandolo ai soliti bozzetti turistici da cartolina. I vizi sociali della Corsica si raccolgono in una perdita dell’innocenza, uno scheletrico romanzo criminale indica divisioni etniche e di classe radicate nella storia di un’isola composta da riserve indiane, chiuse, non conciliate.
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