Regia di James Wan vedi scheda film
Secondo giro di giostra per “Insidious” e la famiglia Lambert nell’anno magico per James Wan (nel giro di pochi mesi nel medesimo anno è uscito anche il successo “The conjuring, l’evocazione”) che insieme a Leigh Whannell sceneggia un horror continuo temporalmente al precedente, ma che cerca di arricchirsi in ogni modo.
Non sempre però questa intenzione porta buoni frutti.
Risvegliato dal coma il piccolo Dalton, non sono finiti i guai per la famiglia Lambert.
Josh (Patrick Wilson) appare infatti distubato, mentre la polizia indaga sulla morte di Elise (Lin Shaye), Renai (Rose Byrne) non è tranquilla e, in seguito ad alcuni fatti premonitori, insieme alla suocera (Barbara Hershey), chiede aiuto ai colleghi di Elise e ad un suo vecchio amico in grado di comunicare con l’aldilà attraverso i dadi.
Ci sono ancora presenze maligne da affrontare per salvare Josh e di conseguenza la famiglia in pericolo.
Sequel consecutivo, ed adiacente, alla storia narrata nel primo “Insidious” (2010) che gioca a carte scoperte, visto che sul finale veniva mostrato quanto poi si manifesta nella personalità di Josh, qui rivelato (nuovamente, quasi converrebbe non aver visto il primo film) passo dopo passo.
James Wan fa di tutto per vivacizzare la scena, allarga il raggio della storia, cita a piene mani (impossibile non pensare a “Shining” quando l’accecato d’ira Josh infrange porte e muri) e di tanto in tanto ci infila un po’ di battute di alleggerimento affidate alla trasandata coppia di “acchiappa fantasmi” (uno dei due è Leigh Whannell, co-sceneggiatore insieme a James Wan).
In più utilizza marcatamente una visione periferica, sullo sfondo spesso si vedono creature e cose fuori posto, ed aggiunge passaggi che forniscono una momentanea tranquillità per allentare la tensione e poi fornire improvvise impennate, a volte anche in maniera sfacciata, ma se non altro sono sussulti che vengono in soccorso.
Il tutto rivolto alla creazione di uno spettacolo horror, non proprio prelibato, ma comunque ricco di variazioni, purtroppo la narrazione appare più sconnessa rispetto al lineare “Chapter 1” e questo appare un discreto limite.
Della situazione ne beneficia comunque, e prima di tutto, Patrick Wilson chiamato a manifestare il maligno ed in questo riesce sorprendentemente bene (veramente inquietante), mentre il resto del cast non sfigura, grazie ad un certo grado di familiarità che si respira nell’aria (interessante in tal senso anche il primo incontro pre riprese presente sul bluray, con un bel clima di gruppo).
Alla fine, “Insidious 2” come horror non appare certo illuminante, ricco di sforzi, ma a volte questi sembrano quasi deleteri, non privo comunque di scene riuscite (con relative implosioni fulminanti), soprattutto sul finale (al contrario, l’incipit è tra i meno aggressivi di James Wan), ma il trucco è sempre lo stesso e se da un lato il James Wan regista sembra aver bene in mente la lezione, quello in scrittura appare un po’ troppo confuso, o forse semplicemente troppo sicuro di se.
Tra alti e bassi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta