Regia di James Wan vedi scheda film
Premetto che non condivido granché l’entusiasmo creatosi attorno al primo Insidious. Sebbene ne avessi apprezzato il ritorno ad una messa in scena più classica - lontana quindi dall’ultimo lustro di produzioni girate (quasi) tutte in soggettiva o a mo’ di found footage/mockumentary - il film di James Wan mi lasciò giusto un paio di suggestioni indovinate e nulla più. Considerato il fatto che questo secondo capitolo non aggiunge nulla di rilevante da un punto di vista filmico ma che ripercorre semplicemente le orme del predecessore, il giudizio rimane sostanzialmente invariato. Rimangono le presenze inquietanti, il turbamento sul volto di Rose Byrne e un intelligente costruzione della tensione attraverso luci, musiche e montaggio. Il resto è un lungo déjà vu, avanti e indietro nel tempo, dentro e fuori l’altrove. Nulla di che, un dignitoso prodotto di genere ad opera di un onesto mestierante. Efficace nonostante la scarsa originalità in fase di scrittura. Salvabile fin quando chiuso in un dittico. L’augurio è quello che non diventi una saga infinita (ed improbabaile) come Saw.
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