Regia di James Wan vedi scheda film
James Wan gioca con la sua filmografia e con lo sguardo dello spettatore come fossero i suoi balocchi da enfant prodige. E la cosa gli riesce piuttosto bene. Più che come sequel in senso classico, Oltre i confini del male - Insidious 2 (più efficace il “capitolo 2” del titolo originale) si pone verso il primo Insidious come l’espansione per un gioco da tavola. O come l’operazione di zoom e schiarimento digitale dell’opera precedente, la stessa che i ghostbuster idioti Specs e Tucker eseguono su una vecchia vhs per carpire le presenze rimaste sepolte per 30 anni, ma registrate su nastro. Il film comincia esattamente dove Insidious era terminato: tornato dal suo viaggio extracorporale, Josh porta con sé un demone della sua infanzia che mette a repentaglio la sua famiglia e dà il via a una nuova odissea nell’Altrove. Non in linea retta, però: il bizzarro tour de force psichico si intreccia con gli eventi passati e interagisce direttamente con sequenze del film precedente, che rivediamo con nuovi dettagli. In questo senso, il sequel più simile a Oltre i confini del male è forse Ritorno al futuro - Parte II e la componente ludica per il pubblico (previa visione del primo capitolo) è garantita. La trama saccheggia da Shining (con citazioni quasi letterali) e da Psyco (il fantasma con parrucca di mammà) con arrogante (forse troppo) disinvoltura, ma poco ci importa se il risultato è una corsa a rotta di collo in un luna park terrificante (anche se meno del precedente film) e spassoso (molto di più).
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