Regia di Ken Scott (II) vedi scheda film
Quarantenne immaturo ed irrisolto, David Wozniak scopre di essere padre di ben 533 ragazzi, nati dalle sue, per così dire, generose donazioni di sperma effettuate una ventina d'anni prima presso una clinica della fertlità. Dapprima riluttante, poi incuriosito, infine conquistato da un nuovo senso di responsabilità, l'uomo si mette a cercare i suoi figli e, senza rivelare la propria identità, come una sorta di angelo custode, comincia ad aiutarli nelle loro vite. A complicare la situazione si aggiunge un forte debito contratto con personaggi poco raccomandabili e la fidanzata poliziotta Emma, che rimane incinta, palesando a David notevole scetticismo circa le sue capacità di essere padre.
Dopo tante pellicole comiche e spensierate con gli amici del Frat Pack, superata la soglia degli "anta", un imbolsito Vince Vaughn approda ad un tipo di commedia agrodolce, più matura, e fortemente venata di malinconia, che non disdegna la lacrimuccia accanto al divertimento leggero. Tra un incipit più comico, che concentra la maggior parte delle (invero non tantissime) risate del programma, e un finale nelle forme di un'improbabile favoletta buonista, Delivery Man offre il meglio di sé nella bella fase centrale, quando David va alla ricerca dei propri figli, declinando le innumerevoli sfumature e possibilità dell'essere padre (la ragazza con problemi di droga, il figlio disabile, il ragazzo arrabbiato ed aggressivo, l'iniziale sconcerto di fronte alla scoperta dell'omosessualità di un figlio ecc.), fino a cogliere la complessità di un ruolo nel quale nulla è davvero scontato.
Cast non indegno, ma poco sfruttato: Vince Vaughn si carica tutto il film sulle spalle, riservando alla bella Cobie Smulders (la Robin della sit-com How I Met Your Mother) un ruolo meramente decorativo e scegliendo Chris Pratt come insolita spalla comica.
Regia del canadese Ken Scott, remake con star hollywoodiana di un suo film di un paio d'anni prima.
Piacevole, non privo di difetti, ma capace di raccontare qualcosa di non banale: 6/10.
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