Regia di Ritesh Batra vedi scheda film
16/18 Mars - LE PRINTEMPS DU CINEMA. The lunchbox è uno di quei rari (ma non poi così rarissimi) casi di film distribuiti prima in Italia che in Francia. Stessa cosa è successa di recente (tanto per citarne un paio) per Monuments Men e per Osage County, programmati circa un mese in anticipo in Italia rispetto al mercato francese. Da noi il film in questione ha suscitato un certo interesse, ma Oltralpe questa graziosa commedia indiana è stato un caso che non cessa di trovare proseliti, tanto che ad oltre due mesi dall'uscita la pellicola - presente ancora in qualche sala d'essai che come il Mercury di Nizza si organizza con una programmazione variegata secondo un calendario settimanale di oltre 30 film distribuiti in 3 salette graziose - richiama quasi sempre il tutto esaurito, giustificandone la tenuta in programmazione. Ecco allora che approfitto di questa lunga resistenza e visibilit dell'opera per vedere un film che in Italia ho perso (era il periodo frenetico del Torino film festival e no dovuto rinunciarvi), inaugurando la mia seconda giornata di "primavera cinefila" proprio con questa graziosa commedia. Una curiosa storia di corteggiamento culinario che un destino beffardo ed irriverente organizza approfittando di una geniale organizzazione che coinvolge nella città alveare di Mumbai migliaia di uomini di fatica che ogni giorno provvedono a consegnare cibo fresco preparato dalle mogli ai mariti che lavorano negli uffici e, come tradizione nelle grandi citta', non possono e non hanno tempo per rientrare a pranzare a casa. E siccome in India il tasso di analfabetismo raggiunge livelli enormi tra il ceto più umile, gli stessi fattorini ingegnosi, quasi tutti non in grado di leggere, hanno ideato un sistema di consegne con strisce colorate che risulta di una efficienza esemplare, "un sistema studiato anche ad Oxford", si schernisce il portatore in questione quando lo si accusa di aver continuato a commettere un errore madornale per giorni e giorni. L'eccezione che conferma la regola fa sì che una giovane e bella moglie e madre di buon ceto entri in contatto con un distinto, educato ma un po' ombroso impiegato modello, ormai vicino all'esodo lavorativo, e per questo affiancato da un simpatico ma un po' invadente apprendista. L'uomo apprezza così tanto i contenuto variegato dei cibi che la donna in realtà aveva predisposto per un marito freddo e sempre assente, che l'abitudine diviene un appuntamento fisso reciproco: la donna ogni giorno sperimenta una ricetta e la propone allo sconosciuto, che le scrive un appassionato resoconto. Box galeotto per due persone economicamente pivilegiate, ma in fondo sole ed infelici, che troveranno modo di coltivare una speranza per intravedere finalmente il cielo sereno all'orizzonte, sempre e comunque troppo lontano. Opera che sa coniugare la simpatia di dialoghi brillanti e sagaci a momenti di tenerezza che hanno il potere di fare impazzire lo spettatore, che in sala partecipa divertito, quasi entusiasta. Certo un po' di furbizia e calcolo smorzano un po' (tanto) la freschezza di una commedia che ha il pregio di poggiarsi su un meccanismo (la consegna dei pacchi) che è straordinario ed incredibile; un film che inoltre riesce ad ammaliarci con i colori caldi di una cucina che diviene arte e rifugio per elevarsi al di sopra delle tristezze e delle miserie della vita. Certo l'India vera, quella drammatica che rifugge la patina della cartolina, rimane un sottofondo troppo lontano e celato per poter parlare di plausibilita': ma a volte una favola aiuta a disporsi bene per la giornata, o a concludere la stessa con un senso di serenità malinconica che può davvero fare piacere e risultare appagante.
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