Regia di Julien Duvivier vedi scheda film
Secondo capitolo, ricominciano le lotte fraterne fra sindaco e prete del paesino emiliano: uno spaccato dell'Italia che fu (nella sostanza: nei gesti concreti, ormai obsoleti, ma a quei tempi reali), ma anche di quella che sessant'anni dopo ancora è (nella forma: nelle idee, nei rapporti, nella quotidianità provinciale). Chiaramente non ci si può aspettare più di tanto, se non una sorta di prosieguo del primo episodio, un prolungamento della precedente pellicola per altri 100 minuti. Fernandel e Cervi sono perfetti, in più qui partecipa Stoppa (nel primo Don Camillo c'era invece Interlenghi).
Il prete di un paesino emiliano viene 'esiliato' in un sobborgo montano perchè le sue risse, verbali e fisiche, contro il sindaco comunista Peppone, eterno amico-nemico, sono diventate insostenibili. Ma Peppone fa di tutto per riaverlo con sè, nonostante nelle apparenze dissimuli clamorosamente. Una volta rientrato, il prete restituisce lo scherzetto cercando di inviare il sindaco in Russia e ricominciano le schermaglie. Un'inondazione però riunisce le forze dei due.
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