Regia di Jorge Gaggero vedi scheda film
La disastrosa crisi argentina vissuta attraverso gli occhi di due donne. Beba Pujol, facoltosa ed agiata imprenditrice, a seguito del collasso economico, si trova senza disponibilità monetaria e fatica enormemente ad accettare la sua nuova condizione di indigenza. Non rinuncia alle ricche colazioni o ai pranzi con le amiche, ai gioielli, all’appartamento di lusso, allo shopping nei negozi di grido. Tenta di riciclarsi nel commercio di cosmetici, ma senza successo. Nemmeno l’ex marito, uomo d’affari che, come lei, passa invano da un’attività all’altra, può esserle d’aiuto, mentre la figlia vive ormai lontana a Madrid. A volte Beba prova a vendere alcuni oggetti di valore per racimolare almeno qualche spicciolo. Dora, la sua domestica a tempo pieno da oltre trent’anni, è invece stanca di non essere più pagata. Sempre pronta ad assecondare ogni capriccio e ordine della sua viziata padrona, nonostante il forte affetto che la lega a Beba, non può più accettare di lavorare per lei. Ben presto Beba, malinconicamente sola, dimenticata anche dalle amiche con cui era solita passare le serate a giocare a burraco, con una propensione marcata per la bottiglia, sull’orlo della depressione (la figlia, al telefono, preferisce parlare con Dora piuttosto che con lei), sommersa dalle richieste di pagamento delle varie bollette, si trova costretta a mettere in affitto il suo appartamento e trasferirsi in una casa più piccola. Misconosciuto film argentino, vincitore al Sundance del Premio speciale della Giuria, l’esordio alla regia di Jorge Gaggero è un delicata opera al femminile che riesce a raccontare un drammatico evento sociale da una prospettiva privata e sotto due punti di vista differenti. Da un lato la ricca, petulante ed orgogliosa Beba, di colpo catapultata in una situazione per lei sconosciuta, del tutto inadeguata ad affrontare da sola anche la più banale delle faccende domestiche, tenta in ogni modo di salvare le apparenze, soprattutto con le amiche, pur di mantenere il suo abituale tenore di vita, ma poi si troverà ad accettare un pranzo in una mensa pubblica, provando una sensazione di grande umiliazione e disagio, in una sequenza quasi toccante. Dall’altro l’umile e taciturna Dora, abituata a vivere con il poco, a rimboccarsi quotidianamente le maniche e a faticare, capace di affrontare con dignità e piglio deciso il difficile momento. Ed è proprio il confronto tra due diverse modalità di rapportarsi ad una crisi economica devastante e terribile l’elemento di forza di un’opera che racconta in punta di piedi, con ammirevole sobrietà e contagioso affetto, l’insolita complicità tra due donne così diverse e distanti per carattere ed estrazione sociale eppure rese così vicine dalle necessità, alla ricerca di un sostegno ed un appoggio reciproco. Onore al merito alle due bravissime protagoniste, la cui intensa e coinvolgente prova contribuisce non poco alla riuscita dell’opera. Basterebbero il brillante e dolce finale (“Signora, senta, perché non si ferma qui stanotte?”) oltre alla toccante sequenza in cui Dora, vestita con l’abito della festa, truccata e pettinata di tutto punto, si presenta da Beba, con una torta preparata in casa ed un paio di calze come piccolo regalo, per festeggiare il compleanno della sua padrona (ma non riesce comunque a rinunciare al suo compito di donna delle pulizie quando vede il disordine che regna nella casa) per evidenziare come Gaggero, attento soprattutto ai particolari, alle sfumature, ai gesti, ai silenzi, agli sguardi, alle azioni quotidiane e alle diverse sensazioni delle sue protagoniste, abbia colto nel segno. In questo suo tenero e sottile racconto, lento ma mai noioso, impegnato ma non impegnativo, triste senza essere deprimente, anzi a tratti illuminato da una salutare ironia, lontano da facili manicheismi e pedanti sentimentalismi, il regista riesce infatti a trovare un sorprendente realismo, un’autentica umanità nei personaggi, una sincera e commovente partecipazione unite ad una delicata, efficace e non superficiale analisi sociale. Peccato che i passaggi su Rai Movie siano a notte fonda: merita una riscoperta.
Voto: 7
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