Regia di Richard Marquand vedi scheda film
Avventura conclusiva per la saga cinematografica più famosa della storia del cinema. La conclusione è la più scontata, ma anche la più necessaria, considerando il taglio che Lucas e company hanno voluto imprimere al loro personalissimo “manifesto della nuova fantascienza”. Dopo il primo capitolo dallo stile innovativo, ed un capitolo, il secondo, tutto improntato sulle sorprese, questo “Il ritorno dello Jedi” narra della riscossa di Luke, che incontra Dart Fener per un necessario scontro finale, ammantato tuttavia di sensazioni edipiche miste a senso del dovere. Il finale del film, in cui si concentrano le vicende dell’intera trilogia, in realtà prevede un doppio binario: oltre al duello psicologico di Skywalker e Fener, sotto gli occhi dell’imperatore del male (agghindato tale e quale alla morte de “Il settimo sigillo”), c’è anche la battaglia prima per terra e poi per aria, tra il gruppo di Han Solo, coadiuvato dagli amabili ma letali Ewoks, e l’armata oscura, nel tentativo di disinnescare il localizzatore della morte nera.
Più azione che filosofia, d’effetto le scene tra i boschi: Lucas torna alla sceneggiatura assieme a Kasdan (già co-autore del secondo episodio), mentre alla regia c’è il mestierante Richard Marquand.
Seguìto da 3 prequel realizzati oltre dieci anni dopo, ma anche da due spin-off con protagonisti i pestiferi Ewoks.
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