Regia di Yariv Mozer vedi scheda film
29° TORINO GAY &LESBIAN FILM FESTIVAL
Boaz, studente israeliano nella Tel Aviv di fine anni 80, è abituato ad essere continuamente oggetto degli sguardi delle persone in facoltà, sull'autobus, dal meccanico, per la strada, dalla finestra di fronte: la sua bellezza è talmente eclatante che tutti, maschi o femmine che siano, non possono fare a meno di esserne colpiti.
La sua vita si divide tra la convivenza con la fidanzata e lo studio per l'ammissione ad un master in linguistica semitica a cui tiene molto. In attesa di una risposta sull'ammissione al master, Boaz controlla spesso la sua casella di posta, nella quale però, invece della comunicazione accademica tanto attesa, inizia a trovare lettere di un anonimo ammiratore che dichiara un amore travolgente e disperato per lui. Boaz inizia a allora sospettare delle occhiate di interesse che continuamente riceve, e si interroga su dietro quale sguardo possa celarsi il misterioso spasimante (il meccanico? il professore? il vicino di casa?). Il ragazzo attende sempre con magiore interesse le missive, tanto appassionate da portare Boaz a interrogarsi su un aspetto della sua sua sessualità che aveva represso, se non per via di alcune esperienze omoerotiche vissute durante il servizio militare che ora le lettere gli riportano alla memoria. La fidanzata scopre le lettere e la loro relazione è messa sempre più a dura prova dai dubbi e dalle insicurezze che affollano la mente di Boaz. Quando il misterioso ammiratore gli chiederà di mandare un messaggio in codice (spegnere e riaccendere tre volte la luce) se vuole continuare a ricevere le missive, solo l'intervento energico della fidanzata, determinata a salvare la loro relazione, gli impedirà di rispondere in maniera affermativa. Alla fine al bel Boaz mancherà il coraggio di abbandonare la sua vita per seguire l'incognita di questa nuova passione, e i risvegliati desideri omoerotici verranno sfogati in un incontro clandestino nel parco cittadino. Ma la scena finale (alcuni anni dopo, mentre Boaz ormai papà mostra alla figlia le "lumache nella pioggia" l'ammiratore si ferma con la macchina ed i due scambiano un profondo sguardo) ci lascia il dubbio se abbia sacrificato una parte di sé per paura dell'ignoto e compiuto la scelta socialmente più facile in una società in cui l'omosessualità ancora era in gran parte repressa.
"Snails in the rain" è un film intrigante sulla sessualità e sulla repressione, ben fatto anche se non certo travolgente (e l'identità del misterioso spasimante appare abbastanza scontata fin dall'inizio, soprattutto sapendo che è lo stesso regista ad interpretarlo).
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