Regia di Yariv Mozer vedi scheda film
A fine anni '80 Boaz è uno studente israeliano bellissimo e perfettamente conscio di questa sua dote che lo vede spesso al centro di corteggiamenti o comunque mirato e rimirato con ammirazione da tutti, e non solo dalle colleghe studentesse. Sempre al centro dell'attenzione insomma, pur non essendo particolarmente di compagnia ne divertente o spiritoso. Convive con una coetanea e riceve talvolta le visite di una madre che lo vorrebbe sposato in fretta, quasi come se nutrisse foschi presentimenti.
In attesa di conoscere l'eventualità di esser ammesso ad un master a cui tiene molto, Boaz si reca spesso a controllare la casella di fermoposta per verificare quell'incognita. Ma ivi trova solo delle lettere anonime di un misterioso ammiratore che lo vuole incontrare. Apparentemente scocciato ed imbarazzato, in realtà il ragazzo prova sotto pelle un piacere neanche molto nascosto, e legge sempre più con morboso interesse quelle missive appassionate che ormai divengono un appuntamento ricorrente.
Guardandosi attorno con sospetto e circospezione, negli spogliatoi, in università, persino nei confronti di un docente, il ragazzo nota sempre più ossessivamente che i volti che lo scrutano con interesse e avidità sono ovunque. E se le sue reazioni a certe avances sono dapprima di repulsione, di sdegnoso e convinto rifiuto, molto presto questo sentimento muta e volge alla curiosità, alla voglia di sperimentare, fino a spingere Boaz alla frequentazione di luoghi di piacere tra maschi, nei giardini pubblici di una Tel Aviv sopraffatta dal desiderio e dalla sfrenata passionalità.
Non sarà facile prendere una decisione, quando anche ormai la sua donna si rende conto della situazione e gli chiede spiegazioni ormai evidenti. A volte, o quasi sempre, la vita, il senso di responsabilità, la codardia, l'incapacità di sosterere un percorso che diverrà una "passione" fino alla messa in croce, ti riportano sui binari di una vita regolare che non è la tua.
In una notte di pioggia incessante una famiglia felice (almeno in apparenza) passeggia scherzando incurante dell'acquazzone. All'improvviso una bambina si inginocchia e raccoglie per strada un paio di lumachine in libera uscita nel fiume d'acqua che li circonda. Poco dopo un padre, il bel Boaz, la prende in braccio, da bravo padre protettivo, sotto lo sguardo di un automobilista, il suo professore di università, che lo guarda con la nostalgia infinita di un proprio gioiello inestimabile perduto per sempre. La decisione, seppur scontata e apparentemente facile, è stata presa: la famiglia è salva, la regolarità di una vita tra i binari giusti ormai non consente deragliamenti e solo il pensiero può vagare libero sui territori proibiti.
Un piccolo film gradevole e sensuale con un "Brad Pitt israeliano" dal nome di Yoav Reuveni, bello ed impossbile per quasi tutti, affidato ad una regia equilibrata di Yariv Mozer che si ritaglia pure il ruolo dell'adorante e sofferto professore del protagonista.
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