Trama
Un minatore arrabbiato si rivolta contro la corruzione dei capi del suo villaggio. Un lavoratore immigrato, a casa per il Capodanno, scopre le infinità possibilità che un'arma da fuoco può dare. Una bella receptionist di una sauna è spinta oltre il limite quando uno dei clienti la assalta. Un giovane operaio passa da un lavoro all'altro per migliorare la sua vita. Le vite di questi quattro individui che vivono in zone differenti della Cina, un gigante lentamente eroso dalla violenza, si intrecciano mentre ognuno di loro tenta di fare i conti con la propria imperfetta esistenza.
Approfondimento
IL TOCCO DEL PECCATO: ISPIRATO ALLA REALTÀ
Il tocco del peccato si ispira a quattro morti - tre omicidi e un suicidio - susseguitesi tra il 2010 e il 2012 in quattro differenti provincie della Cina. Gli episodi sono strettamente connessi alla prosperità economica che il Paese vive ma che costringe gli individui ad affrontare profonde crisi personali a causa dei divari nella distribuzione della ricchezza. Mentre il Paese negli ultimi trent'anni - grazie a un'apertura che in precedenza non era possibile - si è arricchito, garantendo un tenore di vita alto a chi è già ricco di suo, gli individui più poveri si ritrovano ad essere spogliati della propria dignità che, senza altre possibilità a disposizione, tentano di riconquistare con il ricorso alla violenza.
Per un motivo o per un altro, i quattro individui e gli incidenti che li hanno portati alla morte hanno ricordato al regista Jia Zhang-ke i vecchi film cinesi di arti marziali, fornendogli lo spunto per un'opera corale composta da quattro storie differenti di violenza totalmente inventate.
UN QUADRO COMPLETO DELLA CINA MODERNA
Come nei grandi quadri della pittura cinese, Il tocco del peccato con i suoi quattro racconti dipinge quattro differenti aree della Cina. La prima storia, quella di Dahai, accade nello Shanxi (terra natale del regista Jia Zhang-ke), una vasta provincia agricola nella fredda Cina settentrionale. La seconda storia invece ha luogo a Chongqing, città a sud ovest del fiume Yangtze, mentre la terza storia si svolge nella provincia di Hubei, nella Cina centrale. La quarta storia, infine, ha luogo a Dongguan, una città nella provincia del Guangdong, nella zona economicamente libera del sud tropicale. Tutte e quattro le aree sono interessate da forti movimenti migratori che portano le persone a lasciare le loro abitazioni per mettersi alla ricerca di un lavoro o di una vita migliore, dando vita a nuove connessioni e problemi sociali.
UN TRIBUTO A KING HU
Con un'estetica quasi da documentario, Il tocco del peccato mischia attori professionisti - affermati come Jiang Wu, Zhang Yang, Wang Baoqiang e Zhao Tao, ed esordienti come il diciannovenne Xiao Hui - e non professionisti, reclutati nei luoghi delle riprese. Il titolo poi è un chiaro tributo a A Touch of Zen - La fanciulla cavaliere errante di King Hu mentre all'interno del film vi sono chiari riferimenti all'opera cinese dal titolo Yu Tang Chun, incentrata sull'odissea di una donna accusata di omicidio e in lotta per la propria libertà, di cui anche King Hu ha diretto una versione.
Note
La Cina di oggi è uguale al mondo occidentale descritto in un passaggio del film come «in crisi economica irreversibile», ed è curioso che un così potente e dolente affresco della potenza emergente si concluda con un ragazzo che si butta dal balcone, proprio come comincia "Miss Violence" di Alexandros Avranas, metafora sul crollo della Grecia e della sua/nostra cultura. La violenza è il nuovo linguaggio comune a tutti gli strati sociali; a sorpresa Jia Zhang-ke non si ritrae nel metterla in scena, anzi l’affronta di petto, come si trattasse dell’elemento descrittivo irrinunciabile per capire di quale mondo il film stia parlando. Premiato al Festival di Cannes 2013 per la migliore sceneggiatura, ma forse meritava di più.
Trailer
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- Prix du scénario a Jia Zhang-ke al Festival di Cannes 2013
Commenti (4) vedi tutti
Decisamente più interessante di quanto avrei pensato
leggi la recensione completa di tobanisFilm durissimo, ma non spietato: la violenza sanguinosa di certe situazioni ci colpisce, ma non è gratuita: è spesso la reazione disperata a un ordine sociale ingiusto e violento.
leggi la recensione completa di laulillaDannatamente coinvolgente!
leggi la recensione completa di denis00089Un apologo brutale duro e pessimista che analizza il lato più feroce e disumano dello sviluppo economico selvaggio in una Cina assetata di un capitalismo che ha cancellato non solo la dignità, ma anche i diritti della gente comune. L’occhio del regista è sconsolatamente veritiero: fotografa impietosamente ciò che resta di un’umanità allo sbaraglio
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792