Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Come se fosse un tragicomico e scomposto incontro tra Holy Motors e Mulholland Drive.
Come se fosse il The Tree of Life sui blockbusters.
Cala il sipario anche nel teatro dell'impossibile; controcampo di una realtà bulimica in cui tutto è già stato detto e mostrato. E non rimane altro che arenarsi e fallire anche nel fantastico, in quell'isola che non c'è. L'ultima spiaggia, l'ultimo palcoscenico della mente nella quale rifugiarsi, schiantarsi e accasciarsi: [ https://ragingfluff.files.wordpress.com/2015/01/vlcsnap-2015-01-26-20h20m56s154.png ]
Con un Keaton perfetto, completamente immerso nel suo personaggio, qua, come è stato spesso sottolineato, il dolore risulta falso proprio perché, probabilmente, è un dolore da palcoscenico, mostrato con nevrotico esibizionismo ed hollywoodiana frenesia; non si ha nemmeno il tempo di metabolizzarlo e, paradossalmente, tutto ciò risulta fittizio, freddo, distaccato, appunto "recitato". Proprio per questo, per chi scrive, è un dolore doppiamente straziante, dannatamente inquietante. Un dolore troppo moderno, quindi troppo scenico e visibile per essere creduto o, peggio ancora, sentito. Un dolore che non ha zone d'ombra, poiché già vis(su)to, raccontato. Tutto in campo, davanti agli occhi dello spettatore. Tutto in scena.
L'unica e ultima salvezza dalla convulsa contaminazione cinematografica odierna, da quella castrante e soffocante, nonché precludente, tracotanza filmica, è il salvifico e liberante, quasi dimenticato e sottovalutato, fuoricampo; la speranza fuori dall'immagine, in cui è ancora possibile sognare e volare; in cui riversare la fede cinematografica.
https://www.google.com/search?q=Birdman+ending+frame&client=ms-android-huawei-rev1&prmd=ivn&sxsrf=ALeKk01766nRzNXq4H-LzjfMpfrW1LjqWg:1587389262363&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwiouunojffoAhWQqIsKHTbmDkoQ_AUoAXoECA8QAQ&biw=360&bih=631#imgrc=VeCEAQa8N3XhKM
In questo caso, quello di Iñárritu è uno sguardo acuto, lucido ed intelligente nei confronti di una Hollywood sempre più vorace e frenetica. Costantemente alla spasmodica ricerca di un (con)senso.
Probabilmente, il film più "attuale" dello scorso anno e il meno fasullo del regista messicano, nonché, proprio per questi motivi, uno dei più importanti del 2014.
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