Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Tre parole : geniale, bello e anche commovente. Inarritu ha messo in scena un'idea che a prima vista non parrebbe particolarmente originale, ma che sottoposta a una più attenta analisi allude a una notevole serie di moderne contraddizioni.
Al riguardo, una considerazione dettata da una sottile sensazione che, percepita sottotono fin dall'inizio, sale di profilo nel finale: a differenza di quanto letto da più parti, avrei qualche remora nel decodificare con certezza, tra i vari messaggi subliminali, una critica olistica rivolta ai vari "super eroi" piuttosto che ai vari adattamenti cinematografici di Graphic Novel. Non intendo con questo ritenermi in possesso della verità, ma semplicemente evidenziare potenziali alternative di pensiero.
La scenografia è tanto semplice quanto d'effetto, un piano sequenza praticamente unico e per i 4/5 di notte, con steadicam, all'interno di intricati, bui e inquietanti labirinti che rappresentano il dietro le quinte di un famoso teatro newyorchese.
All'interno di questo labirinto, Birdman sta lottando per non soccombere:
(enfatizzando) « Brutto imbecille, ti vuoi dedicare a queste sceneggiate teatrali quando i tuoi fans stanno aspettando il tuo quarto film!
Non ti è sufficiente constatare quanta ipocrisia (il pubblico fuori e dentro il teatro), quanta falsità (la critica teatrale famosa potenzialmente in grado di stroncare qualsiasi interpretazione a priori) e quanta capricciosa pazzia (l'attore di teatro Mike Shiner) coesistano in questo anacronistico ambiente di primedonne!
Non parliamo poi di quella fuori di testa di tua figlia, tutta assorta nelle sue perenni conversazioni informatiche.
Scusa, ma chi te lo fa fare di romperti i marroni in mezzo a quest'armata brancaleone di borderline per un risultato assolutamente incerto, tu che ad ogni battito di ali incassavi milioni di dollari!»
Ok, la dualità del subconscio all'origine dell'odissea esistenziale di Riggan è l'ingrediente primario nell'orizzonte degli eventi all'interno del quale si amalgamano una serie traumatica di problematiche più o meno impreviste.
La situazione merita un finale speciale che Riggan pianifica meticolosamente e che, grazie ad un "contrattempo", paradossalmente lo assurgerà nell'olimpo degli attori, permettendogli nel contempo di compiacere al suo amato/odiato alter ego: Birdman!
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