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Birdman

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Birdman

di barabbovich
6 stelle

Vent'anni prima divenne una celebrità grazie all'interpretazione di un supereroe, Birdman, che continua a ossessionarlo con un fantasma fastidioso. Oggi Riggan Thomson (Keaton) cerca di riciclarsi, nobilitandosi attraverso il teatro e mettendo in scena una pièce di Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Bisogna però trovare un comprimario all'altezza (Norton), sedare gli istinti suicidi della figlia (Stone), blandire la critica e trovare una cifra stilistica che garantisca il ritorno al successo.
Una serie di veri piani sequenza per generare un unico, interminabile piano sequenza falso, con diffrazioni temporali e scantonamenti semionirici sono gli stumenti che Alejandro González Iñárritu adotta per raccontare le mostruosità di Broadway, in un film-pamphlet raggelante, cupissimo: è questa la fatica numero cinque del regista messicano, la seconda senza Guillermo Arriaga dopo Biutiful. Un'opera di abbacinante virtuosismo (fotografia, attori, tutto), estrema, un atto d'accusa feroce che non rismarmia nessuno (attori vanitosi, critica ottusa, pubblico bovino, media pronti a vampirizzare qualsiasi evento) e che si consuma in due ore di interminabili camminate tra corridoi angusti e con il bordone di un'incessante logorrea sostenuta da continui colpi di batteria (quella di Antonio Sanchez, il percussionista di Pat Metheny e molti altri jazzisti, qui alla sua prima colonna sonora), stranianti e slabbrati, a sottolineare l'alienazione di un protagonista dall'ego smisurato, alla ricerca compulsiva di un riscatto, più o meno come al protagonista, Michael Keaton, è capitato dopo lo straordinario successo di Batman. Ma è proprio quell'imprevedibile virtù dell'ignoranza del sottotitolo, la boria crassa di chi crede nel potere taumaturgico del teatro come forma alta finendo col devastarlo a colpi di imprevisto, che darà a Riggan l'agognata pagina di plauso sui giornali che contano.
Film destinato a fare epoca, Birdman risente di quello stesso eccesso di ambizione che ha fatto di lavori come Interstellar, Avatar o Synecdoche, New York opere riuscite a metà, anche se per ragioni diversissime, ma tutte accomunate da un'attenzione esagerata per la forma e dall'affastellamento dei piani narrativi.

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