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Birdman

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Birdman

di George Smiley
9 stelle

locandina

Birdman (2014): locandina

Ci sono volte al cinema in cui, avendo avuto grandi aspettative per un film, ne rimango inevitabilmente deluso: per fortuna non è il caso di Birdman. Già da alcuni mesi sentivo che questo lungometraggio, forse per la trama insolita e molto fuori dagli schemi, forse per il fatto che il protagonista fosse Michael Keaton (di ritorno da anni passati in ombra, in barba al suo grande talento) in un ruolo così stranamente vicino alla sua vicenda umana e professionale, sarebbe stato uno dei migliori dell'anno e che, al di là dei premi, avrebbe fatto parlare di sè. Forse è anche comprensibile come abbia fatto un film così poco convenzionale a ricevere così tante nominations agli Oscar: il solito vecchio discorso dell'Academy che, lungi dal riconoscere la sua vena spocchiosa e autocelebrante, finge di accettare la critica al proprio sistema al fine di autolegittimarsi per l'ennesima volta.

Michael Keaton, Naomi Watts, Zach Galifianakis

Birdman (2014): Michael Keaton, Naomi Watts, Zach Galifianakis

Il film è uno studio immersivo e dettagliato del mondo della recitazione, cinema o teatro che sia, nel quale vengono messe a nudo le problematiche organizzative di uno spettacolo teatrale, le vicende degli attori che vengono coinvolti nel progetto, le ansie e le aspettative che può creare al suo interno un lavoro di questo tipo. Riggan Thompson è una star del cinema hollywoodiano, celebre per aver interpretato l'iconico supereroe Birdman, dalla cui fama è rimasto però inevitabilmente schiacciato, soffocato a tal punto che non gli vengono riconosciute le sue indubbie qualità d'attore, e destinato ad essere ricordato più per essere stato l'uomo calato dentro a un costume d'uccello che per la sua vocazione artistica. Sarà proprio lui a voler dare un taglio netto al passato e a cercare di riscattare la sua carriera mettendosi in gioco a Broadway, grazie a uno spettacolo tratto dal libro What We Talk About When We Talk About Love di Raymond Carver adattato da lui stesso. Durante la preparazione di questo spettacolo dovrà anche fare i conti con le sue responsabilità di padre, di regista e di attore, entrando in conflitto con un collega emergente, con il suo ex-matrimonio e con il suo fastidioso alter-ego...

locandina

Birdman (2014): locandina

Birdman, oltre ad essere un'opera metateatrale e metacinematografica che entra dentro alla rappresentazione stessa, è una metafora della lotta tra ciò che siamo, ciò che vorremmo essere, ciò che gli altri pensano di noi e ciò che verra ricordato di noi. Tutti indossano una maschera, imposta dall'esterno o fabbricata dall'interno, resta da vedere chi è capace di togliersela o, meglio, di cambiarla in favore di un'altra, e a cosa può portare tutto ciò. Tutti noi ci scontriamo con la percezione che hanno gli altri della nostra personalità e spesso la accettiamo, convincendoci di essere quello per cui siamo conosciuti, ma il punto non è chi siamo veramente, il punto è chi vogliamo essere: l'importante non è capire come siamo fatti, bensì cosa fare per diventare ciò che vogliamo. Quasi nessuno ci riesce, a causa delle forze avverse che, anche inconsciamente e quasi mai per crudeltà, ci si scagliano addosso da tutte le parti; il prezzo da pagare è inevitabilmente alto, è molto più facile accettare ciò che ci viene imposto invece che cercare di librarci al di sopra di tutte le opinioni e i vincoli che ci sommergono, ci soffocano fino a che non smettiamo di cercare e arriviamo a un compromesso con la dura realtà. Spesso siamo costretti a lottare come Riggan contro noi stessi, contro quell'ego tutt'altro che metafisico e con i piedi ben piantati sul terreno che funge da ancora di apparente salvezza, in perenne contatto con la realtà dei fatti e che ci ricorda quanto siamo piccoli e impotenti di fronte al flusso continuo della vita che ci schiaccia, ci intrappola, ci etichetta come fanno i critici cinematografici con i film.

Michael Keaton

Birdman (2014): Michael Keaton

E proprio al ruolo dei critici sono mosse diverse critiche, all'arroganza di chi, scrivendo due righe su un giornale o su un sito internet, si sente di poter diventare arbitro e  giudice del bello e del brutto, senza neanche conoscere ciò che sta dietro alle quinte, il lavoro fatto per portarlo in scena e il dramma nel dramma di chi si trova a dover fronteggiare problemi, aspirazioni, paure e critiche da chi se ne sta seduto comodamente in poltrona, a distanza di pochi metri dal palco ma separato da esso da un muro di ignoranza e alterigia, tipico di chi giudica dall'esterno. La critica è anche rivolta alla facilità con cui i mass-media riescono a distruggere o elevare la carriera di un attore senza riguardo ai suoi meriti o demeriti, ma semplicemente facendo leva su fatti di cronaca o di gossip che poco hanno a che fare con la settima arte, e alla facilità con cui Hollywood sforna cibo per le masse sotto forma di blockbusters, elevando al ruolo di star personaggi con ben poche capacità recitative, e relegando i pochi che veramente sanno fare e amano il proprio mestiere al ruolo di celebrità, impossibilitate a slegarsi dal personaggio al quale hanno prestato il volto. Per fortuna esiste ancora chi riesce a ribellarsi a tutto ciò, come ci mostra Riggan Thompson nell'ultima scena del film, nella quale, riuscitosi a togliere definitivamente i panni di Birdman, può finalmente volare, non più grazie agli effetti speciali, ma merito di una rinascita cercata e ottenuta anche con un po' di fortuna.

Birdman è anche un film sulla nostra lotta quotidiana contro la mediocrità, sul bisogno di essere amati nonostante i nostri fallimenti e le nostre mancanze, sull'esigenza che il nostro lavoro e il nostro impegno vengano riconosciuti e ammirati, sulla necessità di non venire dimenticati o svalutati, nonostante la nostra piccolezza e le nostre pretese velleitarie. Altri non è che l'urlo disperato di chi vuole finalmente farsi notare e farsi amare per tutto e nonostante tutto, come può essere l'amore tra un padre assente che si sente in colpa e una figlia appena disintossicata che si sente tutto fuorché speciale.

locandina

Birdman (2014): locandina

Il film è diretto benissimo da Inarritu, il quale segue i personaggi nei meandri del dietro le quinte come in un intricato labirinto mentale, mettendo in evidenza il sottile confine tra realtà e finzione teatrale, e seguendo il nostro protagonista nei voli pindarici della sua immaginazione. Gli attori sono tutti encomiabili per la loro bravura, dal nervoso Zach Galifianakis all'emozionata Naomi Watts, dalla problematica Emma Stone all'imprevedibile e sopra le righe Edward Norton, ma su tutti spicca il grande Michael Keaton, in un ruolo che molto si intreccia con la sua storia personale e che deve essere stato affrontato dall'attore con un grande coinvolgimento emotivo, il quale alterna perfettamente momenti comici a momenti melodrammatici, riuscendo a fare suo il personaggio e donandogli enorme profondità e naturalezza. Speriamo quindi che per una volta l'Oscar vada all'attore giusto al momento giusto, peché della rinascita di Michael Keaton ne avevamo proprio bisogno.

 

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