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La segretaria dei Beatles

Regia di Ryan White vedi scheda film

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La recensione su La segretaria dei Beatles

di mm40
4 stelle

Freda Kelly, una signora di Liverpool sulla settantina, sconosciuta ai più, ha in realtà una storia interessante da raccontare: era lei infatti a gestire personalmente il fan club ufficiale dei Beatles fra il 1961 e il 1972. In questo documentario ripercorre ascesa e declino della più grande rock and roll band della storia della musica, dal suo privilegiato punto di vista.

 

Chi era la segretaria dei Beatles? La risposta è complicata anche per i beatlemaniaci più accaniti, per i nozionisti più convinti. Freda Kelly, infatti, intima dei Fab four come dei loro parenti stretti, alle dirette dipendenze di Brain Epstein, il manager dei Beatles, è sempre stata capace di mantenere il massimo riserbo sul suo lavoro e sulle questioni inerenti la vita privata di John, George, Ringo e Paul. E allora perchè parlarne proprio ora? Lei sostiene, verso la fine del film, che la nascita del suo primo nipotino le abbia fatto venire una gran voglia di raccontare questa straordinaria storia finora completamente taciuta o quasi; in realtà la faccenda è davvero più che sospetta. Sia perchè come motivazione è indubbiamente blanda, sia perchè ciò che La segretaria dei Beatles contiene è un mucchio di polvere, fumo negli occhi per gli appassionati degli Scarafaggi di Liverpool e nient'altro di più. Da un lato c'è la comprensibile e rispettabilissima volontà di non concedere gossip o notizie prive di interesse pubblico; dall'altra però c'è la necessità di condurre la narrazione su un piano che abbia un minimo ascendente per gli spettatori: e il documentario diretto da Ryan White risulta per larga parte totalmente ininfluente per chiunque si consideri un minimo 'beatlemaniaco'. Le parole di Freda Kelly sono di rado intervallate da quelle di altri protagonisti - men che minori - di quell'epoca, l'unico dei quali che potrebbe avere qualche aneddoto di un certo peso è Tony Barrow, allora addetto stampa dei Beatles, che ovviamente non si sbottona più di tanto a sua volta; il problema principale è che la Kelly è prolissa, compie larghi giri di parole per dire ciò che tutti già sanno e raramente centra il focus della questione, ovvero va a estrarre dal cilindro qualche particolare inedito e almeno un po' curioso (es.: i suoi rapporti diretti con i genitori dei quattro musicisti). Per il resto il film è davvero noioso e, per dare un'idea della maiuscola manipolazione (sempre in sottraendo) delle informazioni che sta alla base dell'operazione, basti considerare la meschina scelta di tagliare completamente dal racconto e persino dalle foto (!) l'ex marito della Kelly, che peraltro non mostra alcuna remora a parlare ripetutamente e diffusamente della sua famiglia, dei figli e del nipotino. Ecco, in questo dettaglio pur poco significativo a livello di sostanza, c'è però molto dello spirito che ha guidato la confezione di La segretaria dei Beatles. Anche l'idea di aggiungere un cameo finale di Ringo Starr e la totale mancanza di appoggio - nemmeno un analogo saluto di qualche secondo - da parte di Paul McCartney lascia aggrottare le sopracciglia. Così come è, il film - pure, in partenza, ghiotto - diventa quasi del tutto superfluo. 4,5/10.

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