Regia di Dan O'Bannon vedi scheda film
Il bello del cinema di serie B è quello della consapevolezza di non voler camuffare un prodotto di puro intrattenimento sotto la scorza di un film serioso. Ed è proprio questo l'aspetto che più galvanizza nel vedere questo film. Innanzitutto appare gradevole la trovata di far riferimento proprio al capolavoro di Romero per spiegare come tutta la vicenda dei morti risorti fosse vera. Non mancano nemmeno degli ammiccamenti divertenti (il cimitero dove avvengono i fatti si chiama "Resurrection Cemetery"). Inoltre la dose di humour macabro è davvero incontenibile, dalla colonna sonora che accompagna le scene a ritmo quasi di coreografia musicale piuttosto che nei dialoghi. Il regista dimostra inoltre la volontà, sempre ironizzando, di staccarsi dai principi "fondamentali" che avevano definito caratteristiche, punti di forza e di debolezza dei morti viventi: non basta più colpirli alla testa per eliminarli, non si muovono in modo imbambolato alla "Frankenstein" ma sono rapidi e aggressivi ma soprattutto comunicano e sanno persino elaborare delle strategie. A questo proposito sono memorabili due sequenze: l'interrogatorio ad un cadavere (parziale) che spiega le esigenze degli zombi nel nutrirsi di umani e le strategie che mettono in atto i risorti che addirittura utilizzano le radio delle ambulanze per richiedere "rinforzi" e quindi potersi nutrire ancora. La tensione chiaramente è più blanda che nel prototipo o negli altri film di Romero, così come la critica politica è assolutamente più soft (al di là del fatto che sappiamo essere l'esercito il produttore del celebre gas dagli "effetti collaterali"). Curiosa e particolarmente esplicita la scena dello striptease di Linnea Quigley su una tomba dopo il quale praticamente recita per l'intero film quasi completamente nuda.
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