Trama
Antonio Pane (Antonio Albanese), quarantenne separato con un figlio ventenne musicista, in attesa di trovare un lavoro vero si ingegna facendo il "rimpiazzo": in pratica, per pochi spiccioli, sostituisce chi ha bisogno di assentarsi per qualche ora dal proprio posto di lavoro e non vuole essere scoperto. Pronto a qualsiasi occupazione e a cogliere sempre il lato positivo di ogni esperienza lavorativa, Antonio dovrà però misurarsi con un nuovo dolore prima di poter ritrovare il sorriso.
Approfondimento
L'INTREPIDO: LA PROFESSIONE DEL "RIMPIAZZO"
Scritto, sceneggiato (in collaborazione con Davide Lantieri) e diretto da Gianni Amelio, L'intrepido è una commedia drammatica che offre numerosi spunti di riflessione sull'Italia dei primi anni del Duemila, partendo da una nuova professione, quella del "rimpiazzo". A spiegarne meglio contenuto e genesi dell'opera sono le parole che lo stesso regista ha scelto per accompagnare il film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2013: «Il produttore [Carlo Degli Esposti] dice che questo film è come una nuvola: mentre lo guardi cambia forma. Forse ha ragione. All’inizio delle riprese l’ho definito una commedia, ma in tanti saranno pronti a smentirmi, anche se si ride parecchio. Perché c’è pure chi si commuove e versa qualche lacrima. L’ho scritto di getto, sul corpo e l’anima di un attore che amo molto [Antonio Albanese] e col quale da tempo avevo voglia di lavorare: un soggetto “su misura” ma non troppo, che mi facesse competere col suo talento scoprendone qualche lato nuovo, scommettendo su delle sorprese. E accanto a lui ho voluto due giovani ancora sconosciuti [Gabriele Rendina e Livia Rossi], un ragazzo e una ragazza di vent’anni, che regalassero un po’ della loro innocenza agli altri protagonisti. L’intrepido è ambientato oggi, in Italia. Ma non per respirare “l’aria del tempo”, piuttosto per trattenere il fiato. Da qui la sua anomalia rispetto ai film che ho fatto finora e la sua fedeltà a certe cose che mi stanno a cuore da sempre. In questo senso si può leggere il titolo, che riporta ai fumetti che divoravo da ragazzino. In quel giornaletto c’erano figure illustrate ma io le credevo reali; si narravano storie fantasiose ma io pensavo che la vita fosse quella. E soprattutto aspettavo di settimana in settimana il seguito dell’avventura, per la necessità di un lieto fine. Proprio come adesso».
UN FILM SU MISURA PER ANTONIO ALBANESE
Fotografato da Luca Bigazzi, L'intrepido è un film costruito tutto intorno ad Antonio Albanese, l'attore protagonista della storia nei panni di Antonio Pane, il rimpiazzo di mestiere. A precisare la scelta di Albanese di recitare sotto la direzione di Gianni Amelio è lo stesso attore: «Mi piace il cinema di Gianni Amelio. Mi piace il rigore, l'umanità e l'apparente semplicità del suo lavoro. Da quando mi ricordi, ho sempre desiderato prender parte a un suo film. Perché i film di Amelio, in qualche modo, sono sempre nuovi e sorprendenti. Non sono mai lasciati al caso: c'è un'attenzione ai dettagli e ai particolari, che non è mai presuntuosa ma che è fondamentale per il suo modo di intendere il cinema. Inoltre, L'intrepido ha la storia che più mi interessa rappresentare: l'oggi. Se dovessi trovare un tratto che collega il mio lavoro a quello di Amelio, sarebbe senza dubbio lo sforzo costante e scrupoloso che entrambi facciamo per raccontare il tempo che viviamo, oltre che il profondo rispetto per la nostra professione.
Mi sono avvicinato a Gianni Amelio con fiducia e stima. E sono stato ripagato. In L'intrepido il mio personaggio segue un filo fragile, all'apparenza senza variazioni ma in realtà estremamente ricco di sfumature. E lo studio del personaggio, che ho avuto il privilegio di condurre con Amelio, è stata un'esperienza che custodirò per molto tempo e da cui ho imparato tanto.
Mi piace, poi, il profondo sentimento di speranza che attraversa il film, il rispetto per gli esseri umani e la difesa appassionata della loro dignità. In più, sono particolarmente orgoglioso del fatto che Amelio abbia scritto una storia su misura per me e per il mio lavoro, osservandone, assorbendone e adottandone l'inclinazione verso l'arte popolare. Essere a Venezia con questo film è una di quelle gioie incredibili che la professione di attore continua a regalarmi».
Note
Amelio, con il suo realismo sghembo che inventa un angelo in tempo di crisi, chiama Antonio Albanese a girare con Chaplin negli occhi, omaggiando, aggiornando e degradando vagabondi e tempi moderni nell’oggi: ne esce un film libero, composto da quadri di melodramma sociale e gag malinconiche che non fanno sorridere, didascalico perché candido, elementare, buonista perché in cerca di un altro "Miracolo a Milano".
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
un omaggio all'innocenza e all'ottimismo in un mondo brutale. Albanese mi è antipatico, ma qui è molto bravo. Eccellente la fotografia di una Milano grigia e deprimente.
commento di gherritInsolito lavoro di Amelio,pieno di situazioni sociali e umane.
leggi la recensione completa di ezioBellissimo
commento di MagicTragicFilm che non voglio tanto stare a capire (anche se pare sufficientemente interessante ...) il fatto e' che l'Attore principale mi lascia spesso di sasso in negativo quando lo vedo in visione e quindi anche una Pellicola con la Sua presenza,mi lascia di solito come che me ne fregassi di quello che sto vedendo.voto.2.
commento di chribio1Finale in calando, in cui non c'è un vero colpo di coda, con il ritmo compassato e i tanti silenzi che finiscono un po' per assuefarti. Ma in generale un bel film (con un finale con più idee sarebbe stato un grande film). Con un Antonio Albanese semplicemente fantastico. Come sei diventato bravo Antonio.
commento di silviodifedeAgrodolce e irrisolto ritratto del "generico di categoria", occasionale supplente a chiamata nei lavori degli altri.
commento di Leo MaltinQuesto film senza Albanese non si poteva fare, è evidente. Sia perché Amelio ha scritto il soggetto cucito addosso al bravo comico, sia perché i due inevitabilmente si sarebbero prima o poi incontrati. Albanese è bravissimo, questa è la sua maschera preferita, buono e semplice, onesto e coerente.
leggi la recensione completa di michemar