Regia di David O. Russell vedi scheda film
David O. Russell tenta con 'American Hustle' un omaggio allo Scorsese di 'Quei bravi ragazzi' e 'Casinò' ma l'operazione è riuscita solo in parte: le sue carenze a livello di stile sono parecchio evidenti ed il film sconta una parte introduttiva molto lunga e prolissa, per poi riprendersi nella seconda, dove gli ingranaggi sono più oliati e il plot, abbastanza risaputo, vede il suo prevedibile epilogo.
Il film ha comunque il suo punto di forza nell'accurata ricostruzione d'epoca - i sempre più rimpianti (al cinema) tardi anni '70 - e soprattutto nella grande resa interpretativa di tutto il cast.
Christian Bale offre una prova antitetica in tutti i sensi rispetto a quella di 'The Fighter', dove erano la parola, i tic e la gestualità a farla da padroni, mentre qui sono la semplice presenza scenica e la sua fisicità a caratterizzare il suo personaggio; Amy Adams, che tra i quattro ruoli principali è certamente il più penalizzato da un comunque ottimo doppiaggio, perché in originale presumo abbia impostato la sua recitazione sul fingere di essere inglese e quindi avrà lavorato molto sulla dizione, si regala un'altra grande prova e si guadagna la quinta candidatura all'Oscar; Bradley Cooper, nei panni del nevrotico agente F.B.I. sembra una continuazione del personaggio bipolare di 'Silver Linings Playbook'; Jennifer Lawrence è però colei che rimane più nella memoria, con il ritratto della giovanissima madre un po' spostata e trascurata, alla quale Russell regala una memorabile scena dove canta 'Live and Let Die'.
Apparizione cameo per Robert De Niro nella scena più tesa e riuscita di tutto il film.
Potenzialmente aveva tutti i crismi per essere grande cinema ma è solo un film discreto.
Voto: 6,5
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