Regia di David O. Russell vedi scheda film
Alla fine tutto quello che rimane della visione di questo film è ben sintetizzata dall'immagine iniziale, dove un personaggio posticcio interpretato da un Christian Bale irriconoscibile si appiccica alla testa dei finti capelli nel tentativo di darsi un tono di eleganza, maldestramente visto che il tutto non fa che alimentare una ridicolaggine complessiva.
E come l'agente federale Richie DiMaso con un pò di sadismo glieli va a scompigliare, questi quattro peli finti e patetici, così mi diverto a sparigliare le carte in tavola e dico, senza mezzi termini, che questo film alla resa dei conti è una bufala più grossa ancora di quelle di cui vorrebbe parlare.
Presentato come uno degli eventi cinematografici di questo inizio d'anno, American Hustle si distingue sicuramente per una accuratezza nella ricostruzione di quella seconda fase degli anni 70 che videro l'emergere della disco music e di una conseguente moda che non sto a perder tempo a descrivere dato che penso che Tony Manero ce lo abbiamo in testa un pò tutti.
Ma al di là della creazione di una credibile atmosfera tardo-seventies, sul resto andiamo invece piuttosto maluccio.
La narrazione non è per niente felice, anzi piuttosto traballante: a cavallo fra la commedia ed il dramma finisce per essere una farsa, con momenti di comicità sulla cui completa volontarietà non scommetterei del tutto.
Tutto qui sembra davvero fasullo e di conseguenza, almeno per il sottoscritto, irritante, a partire dal personaggio di Bale, Irving Rosenfeld, un truffatore da quattro soldi che pure riesce a trovare dei polli da spennare senza tanti problemi, e poi il suo matrimonio con una squilibrata mentale (ora come abbia fatto uno così furbo a metter su famiglia, finta pure questa visto che il figlio è di un altro uomo, con una matta del genere resta un mistero), la sua amante, Sydney, interpretata da una prorompente Amy Adams (onestamente una delle poche cose che si salvano del film) che riesce a spacciarsi per una donna di classe impelagata nel jet-set e nell'alta finanza, e la relazione fra questi due (una coppia a dir poco improponibile).
Per finire con la storia dell'operazione messa su dal F.B.I. con una faciloneria veramente poco credibile (basti vedere l'episodio dell'incontro fra il fasullo sceicco, che in realtà è un oriundo messicano, e il boss della mafia interpretato da Robert De Niro, un cameo di classe che è una di quelle poche cose che riescono a dare un pò di lustro a questa pellicola).
Si cerca di far passare il buon Irving come un uomo disonesto ma dalle mille risorse e comunque con un fondo di "codice d'onore" e invece quello che appare sullo schermo è un personaggio squallido e viscido, parente stretto di un tangentaro delle nostre latitudini.
Ma la cosa peggiore del film è il sindaco di una città del New Jersey, Carmine Polito (Jeremy Renner, con una pettinatura tirata fuori da un telefilm poliziesco di quegli anni, improponibile quanto la moglie), un brav'uomo che si sbatte per far lavorare i suoi concittadini. Peccato che il brav'uomo per arrivare ai suoi obiettivi e farsi passare come un santo (in fin dei conti non tutti fanno politica per i soldi, sono molti che non ci guadagnano ma vivono per l'acclamazione altrui) non esiti a scendere senza tanti problemi a patti con la mafia, tanto si sa che senza la mafia non si fa mica nulla.
Questa cosa mi ha fatto abbastanza inalberare, sono sincero, e quando nelle battute finali si rileva, quasi con commozione, come al buon Carmine, grazie ai maneggi di Irving, sia stata data una pena lieve mi si sono attorcigliate le budella: personaggi del genere vanno messi in una cella, rinchiusi accuratamente e buttata via la chiave, e chiedo scusa per l'eccesso di moralismo.
Insomma mi dissocio dal coro (legittimo, sia ben chiaro, come sempre ho massimo rispetto per le opinioni altrui) di chi ha parlato bene di questo film e chiudo con quanto detto all'inizio: pellicola posticcia, come il parucchino di Irving, i vestiti chic da finta Lady inglese di Sydney, le virtù casalinghe di Rosalyn(Jennifer Lawrence) e i ricciolini dell'agente Richie DiMaso. Che tra l'altro è l'unico dei personaggi principali che ho trovato simpatico, l'unico autenticamente cialtrone e casinaro.
Salvo Bradley Cooper quindi (il migliore anche da l punto di vista recitativo), salvo Robert De Niro e Amy Adams (che quell'abito da sirena è uno schianto) e salvo una splendida canzone della Electric Light Orchestra (10538 Overture) proditoriamente inserita nella colonna sonora.
Per il resto siamo proprio finiti in un american hustle.
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