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American Hustle - L'apparenza inganna

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su American Hustle - L'apparenza inganna

di Enrique
5 stelle

Non capita così spesso che una storia di soldi (tanti soldi), intrighi truffaldini, romanticismo smodato (ma posticcio), corruzione politica, malavita, degrado familiare ecc. ecc. (ovvero una storia che sulla carta presenta tutti i requisiti del successo) non riesca a trovare la chiave giusta per fare presa su di me. Eppure è ciò che è capitato per l’ultimo film di D.O. Russel.

Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper

American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper

 

Un regista la cui fama lo precede e un cast sontuosissimo partecipano ad un’operazione di quelle che non ti aspetti (tanto si dimostra costruita in maniera malandata): altro che l’operazione “Abscam”. L’operazione “fuffa”, io direi.

Ma è davvero tutto “fuffa”? “Ni”.

Certo non è fuffa perché tutto si regge sull’inganno. L’inganno nel quale risiede la strategia occupazionale di Irving Rosenfeld (C.Bale). O l’inganno della sua vita privata, da cui si allargheranno quelle crepe che metteranno in serio pericolo il successo della operazione Abscam. O l’inganno finale (il quale, a ben vedere, è l’unico per il quale ci si sente di fare il tifo).

No. Se il film lascia un po’ di amaro in bocca è (chiaramente) per altre ragioni.

Partiamo da titolo italiano: lo qualificherei… “deprimente”. Il solito titolo che dice già tutto e mortifica qualsivoglia sforzo allusivo ed intrigante. Certo, c’è da dire (a difesa di chi l’ha scelto) che la difficoltà della traduzione del titolo originale avrebbe potuto scoraggiare ben più di uno spettatore dal vedere il film.

Ed è, peraltro, possibile che la scelta dei distributori italiani sia stata suggerita da una logica di coerenza rispetto al modo in cui lo stesso Russel (come sempre, non solo regista) ha costruito la sceneggiatura. Ecco, parliamo, adesso, di questa.

Il vero problema è che Russel scrive una sceneggiatura tremendamente verbosa e ridondante (Texano98), che ammazza sul nascere la (teorica) suspense connessa alla macchinazione che la combriccola di protagonisti intende ordire (ancora non mi so spiegare come sia stato possibile scadere in una didascalica e dettagliatissima descrizione di ogni singolo sviluppo dell’operazione) e trasforma l’intreccio amoroso fra i vari protagonisti in un gioco al massacro (invero solo verbale e alquanto light) dei sentimenti, pur ben celato sotto strati di grida isteriche e qualche ammiccamento sensuale.

Jennifer Lawrence, Amy Adams

American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Jennifer Lawrence, Amy Adams

 

Al contempo, però (lo devo ammettere), quella stessa sceneggiatura sa esaltare l’ambiziosa megalomania dell’agente DiMaso (B.Cooper ). Così che, se, in principio, i sogni di (vana)gloria di quest’ultimo possono apparire nobili e fulgidi ideali (appena screziati - non intaccati - da una sano desiderio di giustizia sociale), presto la smania di protagonismo (del medesimo) prende il sopravvento e da lui tira fuori il suo lato più nascosto e meschino (ovvero, cinematograficamente parlando, quello più interessante).

Tanto che, alla fine, non si capisce (e questo gli rende onore) se Russel abbia davvero voluto mettere all’indice la solita, untuosa rete infinita di corruttele (che non risparmia nessuno) piuttosto che non il cieco arrivismo di taluni “cani sciolti” che usano il loro dorato distintivo come micidiale (per chi ne subisce l’uso distorto & disinvolto) passe-partout.

Alessandro Nivola, Christian Bale

American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Alessandro Nivola, Christian Bale

 

Inoltre Russel dimostra (anzi, conferma) di saper condurre a briglia sciolta i molti cavalli di razza ingaggiati per l’occasione (compreso il caro De Niro, in una comparsata che - come quasi sempre - lascia il segno), i quali si danno da fare per calarsi appieno nei rispettivi personaggi (anche se dalla personalità - penso soprattutto alle due focose femme fatale protagoniste -, a me, assai sgradita).

 

Giudizio, quindi, sufficiente (benché non particolarmente convinto) anche perché il solito finale che non t’aspetti (o meglio; che ti saresti aspettato se il film avesse avuto, fin dall’inizio, un piglio diverso) rimette le cose al loro posto (ovvero ristabilisce i ranghi originari e salva la faccia di quasi tutta la banda).

Anche se (mi sconcerto da solo nel dirlo) un po’ mi dispiace per Carmine Polito (J. Renner).

 

E vedere Rosalyn Rosenfeld (J.Lawrence) fuggire, bellamente incolume (io l’avrei strozzata in più di un’occasione), con il moroso malavitoso verso le calienti spiagge della Florida fa male al cuore.

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