Regia di Keanu Reeves vedi scheda film
E fu così che anche Keanu Reeves si cimentò alla regia.
Pochissimi meriti, tantissime recriminazioni, francamente poteva evitar(c)e(lo), anche se poi il peggio riesce a regalarlo laddove dovrebbe essere più sicuro, ovvero come coprotagonista.
Le abilità nel Tai Chi di Tiger Chen (Tiger Chen) vengono scoperte da Donaka Mark (Keanu Reeves) uomo d’affari con la passione per gli incontri clandestini.
Finisce quindi nel suo giro per risolvere i problemi economici del suo maestro, ma perde il controllo della sua forza e non sarà facile (...) ritrovare la retta via.
Nel frattempo un’intrepida agente di polizia s’impegna per smascherare il giro d’affari illegale.
Action movie particolarmente deludente che non riesce ad andare oltre le coreografie, anche convincenti ma che nulla aggiungono al genere (lo stesso Reeves fu protagonista una quindicina di anni fa di “Matrix” (1999)), perdendosi in una trama convenzionale e poco curata in quasi ogni suo snodo.
Soprattutto è debole nei passaggi caratteriali del protagonista ed anche la svolta narrativa che rivela le reali intenzioni di Donaka non lascia il segno che (probabilmente) vorrebbe, così come avviene per la lotta solitaria di un agente (Karen Mok).
L’unica vera qualità, oggettiva, è la coerenza nel mantenere l’uso della lingua cinese nella versione internazionale in inglese, una sorta di rispetto verso la disciplina del Tai Chi che viene issata anche alla fine dei titoli di coda.
Il colpo di grazia è invece il villain interpretato da Keanu Reeves, impassibile e francamente risibile oltre che in apparenza fuori posto (insomma, viva il masochismo).
Dunque, se non mancano la passione e la volontà di omaggiare il Tai Chi, purtroppo è deficitario quasi in tutto il resto, uno scivolone per Keanu Reeves che ormai da parecchio tempo ne azzecca poche.
Trascurabile (ad essere buoni).
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