Espandi menu
cerca
Até ver a luz

Regia di Basil da Cunha vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 318
  • Post 219
  • Recensioni 6729
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Até ver a luz

di alan smithee
4 stelle

CANNES 2013 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Singolare film ambientato nei quartieri creoli di Lisbona, vere e proprie baraccopoli dimora da secoli di un popolo reietto e messo ai confini, diretto dall’esordiente Basil de Cunha, regista svizzero ma di origini portoghesi come sottolinea senza la minima ombra di dubbio il nome tutt’altro che elvetico. Un giovane cineasta che si considera cittadino del mondo, regista di un lungometraggio produttivamente svizzero ma cinematograficamente portoghese: storia di ghetti e di ritorni, “Aprés la nuit” (questo il titolo francese) narra del ritorno dal carcere nel quartiere ultra popolare che diede ospitalità ai servi immigrati sin dai tempi della dittatura di Salazar, e ora zona di spaccio e di fulcro di mille attività ai margini della legge, di un piccolo delinquentello di bassa lega. In questo contesto troviamo infatti lo spacciatore rasta Sombre che, appena uscito di galera, deve già evitare certe situazioni e certi incontri per un debito residuo da saldare che scalda i nervi del capo gang del quartiere. Per questo vaga di notte guardandosi le spalle, con un solo amico fedele rappresentato da una serafica piccola iguana che è l’unica alla quale riservare un po’ di attaccamento. Girato molto su improvvisazione (e si vede, si percepisce, e non sempre come aspetto positivo, nella recitazione di quasi tutti i non attori coinvolti), il film ha un tessuto interessante che si estrinseca nell’ambientazione e in certe situazioni allo sbando che appaiono insolite e degne di nota. Tuttavia questa libertà espressiva finisce per conferire al film uno stile un po’ impersonale, o ancora troppo immaturo, caratteristica questa che una fotografia patinata ma poco profonda, quasi superficiale, finisce per accentuarne ulteriormente la fragilità. In tal modo si corre il rischio di ridurre l’opera ad una sequela di immagini ambrate un po’ effettate che invece, nelle intenzioni del pur valido regista, fanno parte integrante di intenzioni ben più ambiziose del risultato finale effettivo. Belle e struggenti invece le musiche di sottofondo che ben si amalgamano con l’atmosfera dai colori caldi e struggenti della tipica tradizione creola.  

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati