Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Un omaggio caloroso e nostalgicamente ironico al genere western e a Sergio Leone.
L'ultimo atto della trilogia, girato da Robert Zemeckis contestualmente al secondo, è narrativamente vicino al primo – nel capostipite mancava l'energia (fornita dal fulmine), qui si è a corto di benzina e la spinta meccanica necessaria viene offerta da una locomotiva, in una sequenza tra le più emozionanti della saga – ed è un omaggio caloroso e nostalgicamente ironico al genere western e a Sergio Leone: Marty (Michael J. Fox), piombato nel vecchio West con la macchina del tempo DeLorean per evitare all'amico Doc (Christopher Lloyd) uno sparo alla schiena dalla rivoltella di "Cane Pazzo" Tannen (Thomas F. Wilson, particolarmente buffo nella sua isteria), si spaccia per un certo Clint Eastwood e poi si salva dall'ira di Tannen con il medesimo stratagemma escogitato da Eastwood in Per un pugno di dollari. Le situazioni topiche ormai si ripetono pedissequamente (il brusco risveglio, il modellino del salto nel futuro) e ciò produce, specie all'inizio, un zinzino di stanchezza, sinché non compare l'inatteso rovello (introdotto da Bob Gale, che sceneggia il soggetto steso con Zemeckis) che logora Doc, indeciso se assecondare l'irrazionale amore per Clara (Mary Steenburgen) o la razionalità scientifica: coerentemente, il cerchio si chiude con l'ottimistica vittoria del libero arbitrio sulla predestinazione determinata dell'avvenire. Garanzia di divertimento.
Musiche di Alan Silvestri, che inventa un apposito tema per l'episodio.
♥ BUON film (7) — Bollino VERDE
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