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Ritorno al futuro. Parte III

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Ritorno al futuro. Parte III

di supadany
7 stelle

Terzo, e conclusivo, capitolo della saga “Ritorno al futuro”, con alcune carte rimescolate e non mi riferisco esclusivamente allo scenario, quello del vecchio West che offre sapori diversi, infatti Robert Zemeckis insieme ai suoi collaboratori scelse di cambiare più di qualcosa non sempre con gran fortuna.

Marty (Michael J. Fox), grazie all’aiuto da lontano di Doc (Christopher Lloyd) è pronto a tornare nel “suo” 1985 quando scopre che quest’ultimo nel 1885 è destinato alla morte.

Decide quindi di intraprendere un nuovo viaggio, si ritrova catapultato nel Far West e qui deve in pochi giorni trovare un modo per tornare al 1985, con un fuorilegge che vuole eliminarlo ed una donna (Mary Steenburgen) che non ha nessuna intenzione di perdere per sempre Doc.

 

 

Cambia (più di) qualcosa in questo terzo film della saga di “Ritorno al futuro”, lo sfondo si veste di western, il profilo generale diventa meno arzigogolato (decisamente più in linea quindi col primo capitolo per struttura narrativa), ma soprattutto vi è una maggiore attenzione sul personaggio di Doc, con la sorpresa del suo “colpo di fulmine” difficile da aspettarsi, per la natura stessa del personaggio.

Interessante il nuovo scenario, alcune citazioni sono graditissime (Marty che si fa chiamare Clint Eastwood è da antologia) e alcuni passaggi sono cult (vedi la danza in stile Michael Jackson di Marty), ma nell’insieme si registrano anche alcuni tempi morti ed in generale una minor effervescenza nelle intuizioni che sono comunque presenti (qualche battuta ritorna con ilarità immutata), ma raggiungono vette più contenute e sono anche numericamente inferiori.

Non che questo comporti mancanza di divertimento, in più si assiste alla scena più spericolata di tutta la serie ovvero quella del ritorno al 1985 con un treno lanciato a tutta velocità e tre personaggi dal destino in sospeso.

Una chiusura quindi frizzante, ma senza esagerare, sempre tanta fantasia in prima linea (anche se dal gusto un po’ diverso) e un dispiegamento di mezzi importanti che Zemeckis riesce ancora una volta a sfruttare con le dovute accortezze.

Chiusura del cerchio. 

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