Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Un classico della fantascienza che ha segnato un'intera generazione: quella degli anni '80. Zemeckis scrive e dirige, consacrandosi e lanciandosi quale regista di successo. Fondamentale per l'ottima resa filmica, oltre agli effetti speciali (magistrali) e all'eccellente fotografia, è l'apporto di Steven Spielberg, che produce il film facendone un culto che avrà persino dei sequel migliori.
La sceneggiatura non brilla per originalità. Zemeckis pesca dai classici della narravita fantascientifica, da Wells passando per Ray Bradbury e Clifford D. Simak, aggiungendo poco di suo se non la verve ironica. Chi non leggeva narrativa, però, percepì Ritorno al Futuro come una ventata di freschezza. In effetti, Zemeckis ha la brillante e riuscita idea di virare il tutto sulla commedia. Michael J. Fox, che arriva da Voglia di Vincere e qua costruirà le sue fortune, è perfetto nel ruolo del figlio che, dal futuro, cerca di congiungere i suoi genitori per evitare che il futuro stesso si modifichi per la sua interazione col passato. Zemeckis anticipa di oltre un decennio film come Frequency di Gregory Hoblit e lo fa con un'ironia che sfiora la parodia. I personaggi sono sopra le righe, al limite dell'idiozia, con uno scienziato che sembra uscito dai film di Mel Brooks. A tal proposito è maiuscola la recitazione di Christopher Lloyd. Piace molto anche Crispin Glover nei panni dell'imbranato. Il soggetto è semplice, essenziale, e costituisce la base di partenza per una serie culto. Simpaticissimi i rimandi a brani musicali del futuro o a espressioni che il protagonista porta dal futuro nel passato con tutti che lo guardano in modo strano. Quattro nomination agli oscar (vinto quello per il miglior sonoro). Nella leggenda del cinema.
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