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Clown

Regia di Jon Watts vedi scheda film

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La recensione su Clown

di maghella
7 stelle

Jack è un bambino di 10 anni che ama i clown, i suoi genitori hanno assunto proprio un clown per animare la sua festa di compleanno. Purtroppo all'ultimo momento, a festa quasi terminata, il clown telefona per avvisare che non potrà intervenire. Kent, il padre di Jack, avvisato dalla moglie Meg, si preoccupa di trovare un sostituto.

Kent fa l'agente immobiliare, e in una casa che ha messo in vendita trova un vecchio e bellissimo costume da clown; così decide di fare lui stesso l'animatore della festa per il figlio.

Andy Powers

Clown (2014): Andy Powers

Il papà-pagliaccio riscuote un enorme successo, la festa termina e tutti sono soddisfatti, Kent si addormenta vestito da clown.

 

I problemi nascono il giorno seguente, quando Kent capisce che non riesce a levarsi il costume, a togliere parrucca e naso finto. Anche il cerone riappare una volta che è stato lavato via.

La cosa sembra inizialmente buffa, ma piano piano assume toni drammatici.

 

Anche Meg non capisce la gravità del problema, pensa che sia una esagerazione da parte di Kent... inizierà a capirne il peso quando per strappare via il naso finto dal marito, leva via una parte importante di pelle.

 

La parte più interessante del film, a mio parere è proprio questa: quando comincia la mutazione del clown demone in Kent. Perché di questo si tratta. In verità il costume è una pelle e la parrucca sono i capelli di un demone, che si innescano nel malcapitato uomo di turno.

Kent riesce a risalire a chi ha venduto il costume al proprietario della casa dove l'ha trovato.

Il demone che si sta impossessando di Kent dovrà mangiare 5 bambini, uno per ogni mese freddo dell'anno, solo così si placherà.

 

La mutazione di Kent in demone è lenta, una fame insolita lo assale sempre più spesso, una fame anomala, una fame di bambini. Il clown attira i bambini per mangiarli, tutte le caratteristiche solitamente divertenti e innocue dei pagliacci, diventano in questo film motivo di paura.

Un naso rosso diventa pelle scorticata, un ghigno al posto del sorriso e due occhi penetranti al posto di quelli grandi e bonari.

 

Tutto è capovolto in questo film: i bambini sono piccoli bocconcini antipatici, dei bulli prepotenti, che quasi quasi meritano la triste sorte che gli tocca. I membri della famiglia di Kent sono subito pronti a puntare il dito su di lui, non è una atmosfera piacevole quella che si respira in casa sua.

Infine Meg, che rivuole assolutamente suo marito “com'era prima”, è pronta a barattare un piccolo bambino di colore e poi una ragazzina indifesa da dare in pasto al demone al posto di suo figlio.

 

Ovviamente sul finale il film mostra tutto il suo lato “americano”, quindi prevedibile anche nell'ultima scena, che fa presagire un seguito.

 

Tutto sommato lo reputo un buon film, vuoi per la storia originale (finalmente si toccano altri spunti narrativi oltre alla casa isolata nel bosco, piuttosto che ai fantasmi ripresi da telecamere amatoriali), vuoi per alcune scene di effetto. Ma la cosa che mi ha convinto di più è stato proprio l'aspetto “cattivo” del film nel voler trattare delle tematiche tabù: la famiglia non troppo perfetta, i bambini che si “possono” mangiare.

 

Curiosità: Eli Roth, che è il produttore del film, interpreta una immagine del clown “cattivo” presente nel film.

 

Note personali: il film non è vietato, ma io credevo che ci fosse un minimo di ragione nel cervello dei genitori italiani. Al cinema erano presenti molti ragazzi, ragazzini e anche dei bambini accompagnati dai genitori. Non credo che questo film possa essere adatto a un bambino di 7 o 8 anni. Non credo che ci voglia un divieto per capirlo, basta leggere la trama o vedere il trailer, cosa che credo un genitore faccia prima di portare al cinema il proprio bambino.

Il film contiene immagini forti, scene quasi splatter, dove si vede un pagliaccio mangiare e sputare le piccole ossa di bambini... no, non credo che ci avrei portato mio figlio a vedere un film del genere.

Andy Powers

Clown (2014): Andy Powers

 

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